103 detenuti palestinesi sono deceduti dalla firma degli Accordi di Oslo

Ramallah-PIC. Il rapporto pubblicato da un’organizzazione palestinese per i diritti umani domenica scorsa ha reso noto che sono stati documentati circa 110.000 arresti effettuati nei confronti di Palestinesi dalla firma degli Accordi di Oslo, avvenuta nel 1993. Circa 16.000 degli arresti hanno coinvolto giovani, mentre 1.700 arresti hanno riguardato donne.

La Commissione per i Detenuti e gli Ex-Detenuti ha rivelato in una dichiarazione, sempre domenica scorsa, che il numero delle carceri israeliane è aumentato dalla firma degli Accordi di Oslo, aggiungendo che nuove prigioni sono state costruite ed altre, già esistenti, sono state riaperte.

La Commissione ha affermato che il Servizio Penitenziario Israeliano (IPS) ha incrementato in modo arbitrario e per rappresaglia le misure contro i detenuti palestinesi e ha sottolineato che sono state promulgate circa 15 leggi che violano i diritti dei carcerati.

La dichiarazione mette in evidenza che, da quando sono stati firmati di Accordi di Oslo, 103 Palestinesi sono deceduti all’interno delle carceri israeliane a causa di negligenze mediche, torture o semplicemente perché uccisi.

La relazione fa notare che nella maggior parte dei casi i detenuti sono civili, arrestati nelle zone controllate dall’Autorità Palestinese.

Nel 24o anniversario degli Accordi di Oslo la Commissione ha affermato che all’incirca 6.500 prigionieri palestinesi si trovano attualmente nelle carceri israeliane, comprese 64 donne, 350 bambini e 500 detenuti amministrativi.

Il 13 settembre 1993 vennero sottoscritti gli Accordi di Oslo tra Israele e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) presso la Casa Bianca, sotto l’egida degli USA.

Oslo aveva lo scopo di portare al raggiungimento di una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese, ma Tel Aviv ha invece sfruttato la situazione per imporre una nuova realtà e per mettere in funzione la propria attività espansiva delle colonie nei territori palestinesi occupati nel 1967.

Traduzione di Aisha T. Bravi