142 mandati di arresto amministrativo dall’inizio del 2014

Palestina-sciopero-della-fame-1Ramallah-Quds Press. Il Circolo del Prigioniero palestinese ha pubblicato un rapporto in cui si afferma che l’occupazione israeliana ha emanato, durante l’anno in corso, 142 mandati di arresto amministrativo (senza imputazione e processo) contro altrettanti prigionieri.

Il Circolo ha chiarito, nel rapporto trasmesso a Quds Press, che a 142 prigionieri su 186 sono stati prorogati, nei mesi scorsi, i mandati di arresto amministrativo, sottolineando il fatto che altri 50 prigionieri circa sono stati trattenuti in base a provvedimenti amministrativi rinnovati più volte, e che la maggioranza di questi detenuti è rimasta nelle carceri dell’occupazione dall’anno scorso per periodi diversi.

Il Circolo ha spiegato come numerosi prigionieri, in carcere dal 2012, abbiano attuato varie forme di sciopero individuale per protestare contro la detenzione amministrativa, a cominciare dallo sciopero del redattore Khader ‘Adnan fino a giungere alla partecipazione di 27 prigionieri. Da notare, secondo il rapporto, che gli arresti amministrativi sono stati praticati specialmente nella regione di Hebron.

Commentando le notizie riguardanti le minacce dell’occupazione di un uso politico dell’arresto amministrativo contro i cittadini palestinesi di Gerusalemme, il direttore dell’Unità legale del Circolo del Prigioniero, l’avvocato Jawad Bulos, ha dichiarato: “Nel corso degli anni, Israele ha fatto ricorso al mezzo della detenzione amministrativa, uno strumento contrario al diritto internazionale, volto a privare della libertà migliaia di palestinesi, senza che siano loro garantiti tribunali equi o i minimi diritti politici”.

Ha quindi aggiunto che “è chiaro che gli arresti amministrativi praticati da Israele sono a sfondo esclusivamente politico, e servono come mezzo di oppressione e di punizione collettiva, qualcosa di molto lontano dai tentativi israeliani di trovare dei motivi di sicurezza dietro tale pratica”.

“Tre anni fa”, ha notato l’avvocato, “i responsabili israeliani si sono impegnati di fronte al Movimento nazionale dei Prigionieri a riconsiderare e a valutare nuovamente la politica degli arresti amministrativi e a garantire la riduzione del numero dei prigionieri. Tutto questo non è avvenuto, anzi, il numero dei detenuti amministrativi è aumentato, negli ultimi tempi, in modo significativo: alcuni di questi detenuti sono in carcere per lunghi periodi, altri sono stati arrestati più volte, trasformando così il carcere in un luogo di residenza semi-permanente”.

Traduzione di Federica Pistono