15.000 ebrei hanno visitato la Moschea Ibrahimi di Hebron prima di Yom Kippur

MEMO. Quindicimila ebrei ultra-ortodossi hanno visitato la moschea Ibrahimi a Hebron, il 16 settembre, prima della festa ebraica di Yom Kippur.

Migliaia di Haredim sono stati accompagnati dalle forze dell’occupazione israeliana che affermavano di “fornire maggiore sicurezza per l’evento, vegliare sulla preghiera e permettere che avesse luogo in sicurezza, senza incidenti irregolari”, ha riportato il Times of Israel. Si è notato un aumento delle presenze rispetto al 2017, con altri 5.000 Haredim partecipanti.

Situata a Hebron, nel sud della Cisgiordania occupata, si ritiene che la moschea Ibrahimi sia il luogo di sepoltura del profeta Abramo. È conosciuta dagli ebrei come la Grotta dei Patriarchi. Ad agosto, le forze israeliane hanno chiuso la moschea di Ibrahimi ai fedeli musulmani in preparazione delle imminenti festività ebraiche, vietando la chiamata alla preghiera per 24 ore. Fatah ha definito la chiusura un crimine contro il popolo palestinese e il suo diritto ad accedere ai suoi luoghi sacri, nonché una violazione delle convenzioni internazionali.

Non era la prima volta che Israele limitava il culto musulmano alla Moschea di Ibrahimi. A luglio  è emerso che Israele ha proibito la chiamata musulmana alla preghiera 298 volte nella prima metà del 2018. Il ministro palestinese per le dotazioni religiose, Yousef Adais, ha affermato che “anche l’immoralità e le violazioni dei coloni ebrei hanno superato il limite, al punto che organizzano feste con musica fino a mezzanotte all’interno della moschea Ibrahimi”.

Israele lavora regolarmente per aumentare la sua presenza ebraica a Hebron. A settembre si è scoperto che Israele prevede di spendere 3,5 milioni di shekel (1 milione di dollari) di denaro non versato dell’UNESCO per sviluppare siti del patrimonio ebraico nella città. La decisione è stata vista come una “risposta diretta alla decisione dell’UNESCO del 2017 di iscrivere la Città Vecchia di Hebron e la Grotta dei Patriarchi [la Moschea Ibrahimi] nella lista dei siti del Patrimonio Mondiale in pericolo nello Stato della Palestina”.

Oltre agli Haredim che hanno visitato Hebron, migliaia di ebrei sono andati a pregare alla Tomba di Giuseppe a Nablus, nel nord della Cisgiordania occupata. Almeno dieci Palestinesi sono stati feriti dalle forze dell’ occupazione israeliana che accompagnavano i fedeli, il 17 settembre, secondo Wafa. I soldati israeliani hanno sparato proiettili di metallo rivestiti di gomma e gas lacrimogeni contro i Palestinesi e tre sono stati portati all’ospedale Rafidya di Nablus per le cure del caso.

Yom Kippur, altrimenti noto come il giorno dell’espiazione, è una festa ebraica annuale che segue le celebrazioni ebraiche di Rosh Hashana (Capodanno). Nel 1973, scoppiò la guerra di Yom Kippur tra Israele, Siria ed Egitto e da allora è vista come una sconfitta nell’ambito nazionale israeliano. La guerra portò agli accordi di Camp David del 1978 e alla firma di un accordo di pace tra Israele ed Egitto, nonché del ritiro di Israele dalla penisola del Sinai che occupava dal 1967.

(Nella foto: la moschea di Ibrahimi a Hebron)

Traduzione per InfoPal di Edy Meroli