Rapporto: ‘Nel 2012 potrebbe aggravarsi il grado di pulizia etnica in Palestina, già accelerato nel 2011’

Al-Quds (Gerusalemme) – Pal-Info, InfoPal. Nelle due settimane scorse, le forze d’occupazione israeliane hanno assassinato due palestinesi, e ne hanno feriti altri a decine. Quattro palestinesi, invece, sono stati feriti da coloni israeliani.

Nel rapporto Ocha, ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari Onu in Palestina, si dimostra anche la portata degli interventi di demolizione ai danni di proprietà palestinesi.

In Cisgiordania Israele ha demolito 40 edifici, mentre nella Striscia di Gaza, come avevamo scritto su InfoPal contestualmente all’episodio, Israele ha ordinato la rimozione della struttura di Karni (al-Mintar), valico commerciale da tempo chiuso a oltranza.

Nel 2011: 1.090 palestinesi sono rimasti senza la propria casa, e il dato è il doppio di quello registrato l’anno precedente (2010) con 590 palestinesi sfollati e un totale di 640 strutture demolite.

25 i pozzi d’acqua demoliti nelle due settimane scorse e nello stesso arco di tempo, i coloni israeliani sono stati responsabili di aggressioni e atti di vandalismo con lo sradicamento di 27 alberi d’ulivo ad al-Khalil (Hebron), portando il totale degli alberi distrutti nel 2011 a oltre 10mila in tutta la Cisgiordania occupata.

Cisgiordania centro-sud. Distruzione di terreni agricoli e sradicamento di alberi da frutto sono proseguiti nelle ultime ore nella provincia di Betlemme. Ad al-Khader, sono stati consegnati numerosi ordini di esproprio da parte israeliana.

Il responsabile del monitoraggio delle colonie di villaggio, Hassan Sabih, ha testimoniato le operazioni di spianamento dei terreni agricoli palestinesi, coltivati ad alberi di fico, di ulivo e mandorle. Si tratta di proprietà del palestinese Daoud Mohammed Khader Salah, al quale la notifica era stata consegnata un mese fa.

Nella comunicazione era stato specificato “provvedimento non appellabile”, precludendo quindi al legittimo proprietario palestinese qualunque possibilità di opporsi in ambito giudiziario a tale decisione unilaterale israeliana.

Cisgiordania nord. Le autorità d’occupazione israeliane stanno pianificando di confiscare l’85% delle terre di Kufr ad-Deik, villaggio palestinese della provincia di Salfit.

Lo fa sapere il capo del villaggio Jamal Khader, il quale racconta che il municipio ha ricevuto una comunicazione nella quale Israele informava i palestinesi del suo progetto per l’espropriazione di più di 2mila ettari di terreno a sud-ovest del villaggio.
Se il piano sarà approvato, l’85% dei terreni di proprietà degli abitanti di Kufr ad-Deik sarà confiscato.
Israele ha denominato questi terreni “proprietà dello Stato” ricorrendo alla presunzione secondo la quale “per tre anni non sono stati coltivati” e ne reclama la proprietà.
Khader ha riferito che l’amministrazione comunale sta lavorando perché il progetto venga annullato e che si farà di tutto per attestarne la proprietà degli abitanti del villaggio palestinese.

Area “C”. Giunge l’allarme da un Centro palestinese per i Diritti Umani: “Attenzione all’escalation di sfollamenti di palestinesi da parte israeliana nell’area C”.

Segue il resoconto del Centro: “L’anno appena cominciato potrebbe essere segnato da conseguenze catasrofiche, dopo un 2011 che si ricorderà per espropri e provvedimenti unilaterali israeliani”.

Il Centro parla di deportazioni di massa di intere comunità di palestinesi, tra le quali quelle di beduini che abitano nell’area C la quale, in base ai passati Accordi di Oslo, sarebbe ricaduta sotto la giurisdizione per gli affari civili e di sicurezza di Israele.

“Tanto più grave il provvedimento di espellerli se si pensa che si tratta di comunità che su agricoltura e pastorizia basano il proprio sostentamento, e il cui legame con la terra è pertanto ancora più difendibile”.

Si invita l’Autorità palestinese (Anp) a rescindere qualunque rapporto e comunicazione con l’occupante israeliano, “perché intrattenendo relazioni, si comunica a Israele una sorta di riconoscimento giuridico implicito della sua politica, quella della pulizia etnica che sta compiendo in Palestina”.

Il 2012 potrebbe essere l’anno della messa in atto di decisioni giudiziarie con le quali Israele mira a estendere l’applicabilità delle notifiche di demolizione per mancata licenza edilizia a tutte le terre classificate come “terre demaniali”. Gran parte di queste terre dell’area C sono abitate da comunità beduine.

Con l’esproprio della terra si deve tenere a mente che anche strade e risorse (come i pozzi) verranno sottratti a chi la abita.

Gli avvisi di demolizione e confisca, inoltre, contengono la comunicazione dell’operatività del provvedimento entro i tre giorni successivi alla consegna. In teroria, l’iter burocratico israeliano per fare richiesta di licenza edilizia, prevede almeno 45 giorni lavorativi.

Conclude il Centro: “E’ pulizia etnica in Palestina: Israele sta operando uno svuotamento totale della terra dai sui abitanti originari e lo sta facendo attraverso la promozione di politiche razziste alle quali immediatamente fa seguire l’annesione unilaterale di terra”.

Nell’anno 2011, Israele è stato protagonista di un aumento delle demolizioni nell’area C, con 387 casi: 140 erano abitazioni di palestinesi e 247 erano strutture destinate ad altro uso. Anche questi ultimi dati sono stati elaborati da Ocha.


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