2011: ‘150 attacchi israeliani alla moschea di al-Aqsa’

2011: ‘150 attacchi israeliani alla moschea di al-Aqsa’
Vignetta: nella parte superiore il mondo volta le spalle agli 'scavi al di sotto di Al-Aqsa'. Nella parte inferiore tutti guardano i 'tunnel di Gaza'

Al-Quds (Gerusalemme) – InfoPal. La Fondazione Al-Aqsa per il patrimonio storico-religioso denuncia: “Nel 2011 si sono verificati 150 episodi di assalti da parte di israeliani contro la moschea di al-Aqsa”.

La tipologia di questi attacchi non è variata nell‘aggressività, mentre si è osservata una nuova tendenza all’espansione del controllo israeliano sull’area sacra.

Irruzioni nelle ore della preghiera. Gli assalitori sono stati 150mila. Sono israeliani o coloni israeliani provenienti dagli insediamenti illegali nella Cisgiordania occupata. Qui hanno eseguito rituali spirituali dell’ebraismo sotto la scorta di militari e polizia di Israele, e lo hanno fatto con arroganza, presunzione e rivendicazione della sovranità.Questi individui sono incoraggiati, spesso guidati sul campo, da parlamentari israeliani.

Oltre alle numerose violazioni quotidianamente segnalate, il 2011 è stato caratterizzato anche da escalation di tali attacchi. Gli autori degli assalti hanno portato in visita circa 200mila turisti della propaganda, nella misura in cui hanno violato la sacralità del luogo di preghiera. Il riferimento fatto dalla Fondazione è la presenza di turisti in abbigliamento non consono con il contesto spirituale.

Parallelamente agli attacchi di israeliani, si annoverano le ulteriori restrizioni di polizia e militari d’occupazione a Gerusalemme, città occupata da Israele.
Anche le limitazioni alla libertà di movimento e alle libertà spirtuali imposte ai palestinesi sono aumentate nel 2011. I palestinesi di Cisgiordania e Striscia di Gaza – circa 3,7milioni di cittadini -, sono stati interdetti dall’accesso alla moschea di Al-Aqsa.

Israele impedisce alle autorità competenti, sulle quali ricade la giurisdizione territoriale su questi luoghi sacri, di procedere con opere di restauro, riparazione o manutenzione. Inoltre, il governo d’occupazione israeliano ha promosso progetti di scavo nei suoi sotterranei.

Sostengono dalla Fondazione che “il loro obiettivo è ‘ricostruire il presunto Tempio’, ma la storia dell’occupazione israeliana della Palestina è stata puntualmente segnata da atti di conversione di siti religiosi islamici in luoghi dell’ebraismo o anche scuole rabbiniche”.

Non si fermano gli scavi. Nelle fondamenta della moschea di Al-Aqsa, al di sotto di tutta la città vecchia di Gerusalemme e lungo il suo perimetro, Israele ha avviato da tempo lavori di scavo e di perforazione per portare alla luce presunti siti storici. Queste gallerie si estendono complessivamente per 3mila metri. Sono piani attuati da tempo, tuttavia, nel 2011 si è riscontrata una loro pubblicizzazione che non ha precedenti.

Le dichiarazioni di testimonianze archeologiche sono false, dirette a deformare la natura storica della città.

L’ebraicizzazione ora minaccia direttamente la moschea di al-Aqsa. La chiusura di Bab al-Mugaribah – poi revocata dal premier Benjamin Netanyahu per timori di ripercussioni regionali – resta in sospeso e l’intento è quello di abbatterla per costruirvi una struttura destinata ai militari.

I palestinesi gerosolimitani sono testimoni e vittime della politica israeliana di demolizione e di espulsioni forzate.

Nelle aree prossime alla moschea di al-Aqsa (Silwan, a sud), Israele procede a espellere i residenti palestinesi. Del progetto per la realizzazione del giardino talmudico fanno parte, però, anche estese aree destinate alla costruzione di centri commerciali e turistici. Per non parlare delle numerose unità a uso abitativo esclusivo di coloni israeliani che minacciano il quartiere di Ra’s al-‘Amoud (Porta di Damasco).

Le vicende che stanno investendo i Paesi arabi forniscono a Israele il pretesto per accelerare i propri piani, approfittando della distrazione internazionale. Il 2012 è stato inaugurato con dinamiche molto pericolose. 

Preoccupa in campo palestinese la sorte di importanti siti religiosi della presenza storica palestinese a Gerusalemme. A tal proposito si citano i resoconti dei servizi segreti israeliani quando avevano più volte ammonito dall’attesa escalation di aggressioni da parte di israeliani e coloni contro cittadini e terra palestinesi.

Elisa Gennaro