550 palestinesi rimarranno senza casa dopo demolizione di un intero quartiere

Gerusalemme occupata, MEMO – Le autorità israeliane stanno portando avanti i piani per demolire un intero quartiere palestinese nella Gerusalemme est occupata, secondo quanto riferito dall’ONG per i diritti umani B’Tselem, azione che lascerà 550 palestinesi senza casa.

Wadi Yasul, situata tra i quartieri di Abu Tur e Silwan, ospita 72 famiglie palestinesi.

Secondo B’Tselem, la municipalità di Gerusalemme “ha emesso ordini di demolizione per tutte le case del quartiere, così tutte le famiglie che si vi abitano sono minacciate di espulsione”.

Alla fine di aprile, “la città aveva già demolito due delle case e sfollato due famiglie”.

L’ONG ha fatto osservare che Wadi Yasul è stata eretta “vicino ad una foresta, anch’essa situata su terreni di proprietà privata che vennero espropriata dai proprietari palestinesi nel 1970”.

Nel 1977, le autorità di occupazione israeliane “suddivisero in zone la foresta e l’area in cui il quartiere Wadi Yasul si trova venne successivamente designata come spazio verde, dove la costruzione è proibita”, ha aggiunto B’Tselem.

Nel 2004, i residenti del quartiere presentarono un piano dettagliato per l’autorizzazione retroattiva delle loro case, che venne respinto dalle autorità israeliane quattro anni dopo.

Tuttavia, allo stesso tempo, il comune di Gerusalemme ha dato la sua approvazione all’organizzazione di coloni el-Ad “per portare avanti i piani per i campeggi di gruppo, tra cui la costruzione della più lunga zipline ricreativa in Israele”.

Riassumendo il contesto circa il destino che attende Wadi Yasul, B’Tselem ha affermato che “sin dal 1967, la politica di pianificazione a Gerusalemme è stata orientata verso l’istituzione ed il mantenimento di una maggioranza demografica ebraica nella città”.

“Dovuto a questa politica, è quasi impossibile ottenere un permesso di costruzione nei quartieri palestinesi”, ha continuato B’Tselem. “I piani generali che la città ha preparato per questi quartieri sono in gran parte volti a limitare le opportunità di costruzione nei quartieri palestinesi”.