63 anni fa il massacro (impunito) israeliano di Kafr Qasem

A cura dei Giovani Palestinesi in Italia.

Esattamente 63 anni fa, il 29 ottobre 1956, fu compiuto il massacro di Kafr Qasem, una città in cima alla collina situata a circa 20 km a est di Tel Aviv, sul lato israeliano della Linea Verde che separa Israele e la Cisgiordania, nella parte meridionale del “Piccolo Triangolo” delle città e dei villaggi palestinesi occupati da Israele nel 1948/49.

La strage fu eseguita dalla polizia di frontiera israeliana (Magav), che uccise, mediante fucilazione, dei civili disarmati di ritorno dal lavoro durante un coprifuoco imposto all’inizio della giornata alla vigilia della guerra del Sinai, di cui non erano a conoscenza. Furono brutalmente assassinate 48 persone, di cui 19 uomini, 6 donne (una incinta) e 23 bambini di età compresa tra gli 8 e i 17 anni.

I poliziotti di frontiera coinvolti nell’esecuzione furono processati, giudicati colpevoli e condannati a pene detentive lievi, nonostante ciò tutti furono successivamente rilasciati entro un anno.

Il comandante della brigata, Issachar Shadmi, fu condannato a pagare solamente una multa simbolica di 10 centesimi per eccesso di autorità.

Yissachar “Yiska” Shadmi (il funzionario di più alto grado perseguito per il massacro) dichiarò, poco prima della sua morte, che il coprifuoco e il massacro erano previsti come fasi di un’operazione per ripulire etnicamente i palestinesi dalla regione, e che il suo processo fu organizzato per proteggere l’élite politica e militare israeliana, incluso il primo ministro Ben Gurion, dall’assumersi la responsabilità del massacro.

Nei primi 20 anni successivi al massacro, quando i cittadini palestinesi vivevano sotto il dominio militare, il governatore militare emanò mandati di arresto verso gli attivisti per impedire loro di marciare per commemorare il massacro. Le autorità confiscarono bandiere nere a lutto e megafoni, usati per cantare slogan contro il governo militare.

Nel dicembre del 2007, il presidente d’Israele Shimon Peres, si scusò formalmente per il massacro. Tuttavia gran parte dei cittadini non accettarono né le scuse né ancora oggi accettano la presenza delle rappresentanze delle istituzioni israeliane nella commemorazione, in quanto nessun colpevole fu mai effettivamente condannato.

Nel centro del villaggio di Kafr Qasem è presente un monumento alle 48 vittime della strage. Annualmente si tengono commemorazioni anche nelle scuole della regione, per non dimenticare questo massacro.

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