A seguito di proteste internazionali, Israele riapre il complesso di al-Aqsa

301468Gerusalemme. Giovedì sera, le autorità israeliane hanno riaperto l’accesso al complesso di al-Aqsa, a Gerusalemme, dopo che i Paesi arabi e gli Usa hanno chiesto al regime di Tel Aviv di lasciare entrare i fedeli musulmani nei loro luoghi santi.

“Per timore di sollevazioni nella giornata di preghiera, venerdì, l’accesso sarà ristretto agli uomini sopra i 50 anni di età”, ha informato la polizia israeliana.

La riapertura del terzo luogo sacro dell’Islam, il complesso della moschea di al-Aqsa, giunge dopo la chiusura decisa dalle autorità di occupazione, mercoledì sera, a seguito del ferimento dell’estremista ebreo Yehuda Glick.

Glick è uno degli estremisti che frequentemente invade il complesso di al-Aqsa con gruppi di coloni; è un noto attivista del “Temple Mount Faithful”, un’associazione di fanatici devoti alla costruzione del presunto tempio ebraico nel plesso di al-Aqsa, e guida il movimento di “liberazione del Monte del Tempio dall’occupazione arabo-islamica”.

Del ferimento di Glick, la polizia israeliana ha ritenuto responsabile Mutaz Hijazi, 31, che giovedì mattina è stato ucciso. La brutale esecuzione del giovane ex prigioniero palestinese ha scatenato scontri con le forze di occupazione, nella città Vecchia.

Le forze di occupazione hanno fatto uso di granate incendiarie, proiettili di metallo rivestiti di gomma, bastoni e fucili. Un Palestinese è rimasto ferito alla testa.

Giornata della rabbia
Il movimento di Fatah a Gerusalemme ha invocato una giornata della rabbia contro le autorità di occupazione, in risposta all’uccisione di Mutaz Hijazi.

(Fonti: Ma’an e Agenzie)