7500 coloni invadono siti religiosi e archeologici palestinesi

Cisgiordania-Quds Press e PIC. Lunedì mattina, 7.500 coloni ebrei hanno invaso siti archeologici e religiosi nella Cisgiordania occupata, dove hanno eseguito rituali sotto la protezione militare.

Un sito internet israeliano ha riferito che circa 7.500 coloni sono entrati nelle aree archeologiche di as-Samu e Halhul, nella Moschea Ibrahimi, a Hebron/al-Khalil, e nella Tomba di Giuseppe nella parte orientale di Nablus.

Il sito ha affermato che un ordigno è stato trovato e disinnescato dall’esercito israeliano nell’area della Tomba di Giuseppe, aggiungendo che i soldati sono stati oggetto di lanci con pietre e bottiglie Molotov durante la loro presenza nell’area.

Fonti locali palestinesi a Nablus hanno riferito che centinaia di coloni hanno preso d’assalto la Tomba di Giuseppe sotto scorta militare e hanno eseguito rituali e balli al ritmo di una musica assordante.

Sono scoppiati violenti scontri tra giovani locali e soldati israeliani in diverse zone di Nablus durante la presenza dei coloni.

Quattro giovani sono stati arrestati dai soldati e altri due sono rimasti feriti.

Nel distretto di Hebron/Al-Khalil, decine di coloni scortati dai soldati hanno preso d’assalto la città di Halhul, a mezzanotte, e hanno celebrato i rituali nella zona di Mamas.

La Tomba di Giuseppe si trova vicino al campo profughi di Balata, ad est di Nablus, in un’area controllata dall’Autorità Palestinese. Il “santuario di Giuseppe”, come lo chiamano i palestinesi, è un focolaio di tensione tra palestinesi e israeliani dall’occupazione israeliana di Nablus nel 1967.

I palestinesi affermano che il sito è un’area islamica registrata sotto il Waqf islamico come moschea prima dell’occupazione israeliana, ed include la tomba di shaykh Saleh della cittadina di Balata, ma  li ebrei lo considerano luogo sacro ebraico perché ospiterebbe le spoglie del profeta Giuseppe.

I palestinesi considerano ciò una falsificazione dei fatti, il cui obiettivo è il controllo israeliano dell’area per motivi religiosi. I coloni visitano il sito con la protezione dell’esercito israeliano e in coordinamento con l’Autorità palestinese.

Il “perimetro della Tomba di Giuseppe”, nel corso degli ultimi anni, ha assistito a sanguinosi scontri in cui un gran numero di israeliani e palestinesi sono stati uccisi, in particolare nel 1996, quando le forze di sicurezza palestinesi si scontrarono con i soldati israeliani, con morti da entrambi i lati.

All’inizio della seconda Intifada, nel 2000, scoppiarono violenti scontri nelle vicinanze del complesso, tra palestinesi e esercito israeliano, provocando vittime, e costringendo gli israeliani a lasciare il luogo.