77 Palestinesi, per la maggior parte bambini, sfollati in tre giorni

gaza_displaced_340_220Imemc e Quds Press. Il Coordinatore Umanitario delle Nazioni Unite, James W. Rawley, ha confermato venerdì che solamente negli ultimi tre giorni, 77 Palestinesi, più della metà dei quali sono bambini, sono diventati senzatetto.

Ha espresso preoccupazione per la recente ondata di demolizioni delle case palestinesi nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, da parte di Israele.

Secondo Rawley, le “demolizioni che si traducono in espulsioni forzate e sgomberi sono in contrasto con gli obblighi di Israele verso il diritto internazionale e creano sofferenze e tensioni inutili”.

La demolizione delle case deve cessare immediatamente, ha chiesto Rawley, in un comunicato stampa diffuso da WAFA.

Le preoccupazioni delle Nazioni Unite derivano dal fatto che alcune strutture demolite erano state offerte dalla comunità internazionale per sostenere le famiglie più vulnerabili. Rawley ha spiegato: “Almeno otto di queste strutture erano state finanziate da donatori internazionali”.

Dal 20 gennaio, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli affari umanitari (OCHA) ha registrato la demolizione da parte di Israele di 42 strutture di proprietà palestinese nei governatorati di Ramallah, Gerusalemme, Gerico e Hebron.

Oltre agli sfollati, 59 Palestinesi hanno risentito anche della demolizione di strutture essenziali al loro sostentamento, soprattutto stalle.

Secondo i dati dell’OCHA, nel 2014, “le autorità israeliane hanno distrutto 590 strutture di proprietà palestinese nell’Area C e a Gerusalemme Est, dislocando 1.177 persone – il più alto livello di sradicamento in Cisgiordania da quando l’OCHA ha iniziato a monitorare sistematicamente il problema, nel 2008”.

L’Area C della Cisgiordania è sotto il completo controllo israeliano.

Enti e istituzioni umanitarie e legali come l’ONU, l’OCHA e B’Tselem confermano che le politiche di pianificazione applicate da Israele all’ Area C e a Gerusalemme Est discriminano i Palestinesi, il che rende estremamente difficile per loro ottenere i permessi di costruzione.

Non avendo altra scelta, molti Palestinesi sono costretti a costruire senza permesso per poter dare un riparo a loro e alle loro famiglie, rischiando di ritrovarsi con gli edifici demoliti.

Rawley ha chiesto che i Palestinesi abbiano l’opportunità di partecipare ad un sistema di pianificazione giusto ed equo che soddisfi le loro esigenze.

Traduzione di Edy Meroli