Soldati israeliani sparano a un minorenne palestinese, lo arrestano e lo torturano in carcere

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Ramallah-Ma’an. Secondo quanto riferito lunedì da un avvocato del Comitato palestinesi per gli Affari dei prigionieri, due minorenni palestinesi hanno subito torture, abusi e sono stati trascurati dal punto di vista medico nelle prigioni israeliane, uno dei quali dopo aver ricevuto un colpo d’arma da fuoco a bruciapelo quando le forze israeliane li hanno arrestati per lancio di pietre all’inizio di agosto.

L’avvocato Loay Akka ha riferito che il 17enne Mumen Tawfiq Hamayel e il 16enne Abd al-Fatah Mubarek si trovano entrambi nella prigione israeliana di Ofer.

La notte del 7 agosto, i soldati israeliani li hanno arrestati nei pressi del villaggio di Silwad, nel distretto cisgiordano di Ramallah.

Ma’an aveva riportato allora che le forze israeliane avevano aperto il fuoco su di loro, ferendo Mubarek, mentre i due stavano camminando lungo la Strada 60, vicina anche all’insediamento illegale israeliano di Ofra.

“Mubarek stava lanciando delle pietre in aria quando i soldati israeliani gli hanno sparato, ferendolo alla coscia sinistra”, ha riferito Akka. “Il proiettile ha penetrato la sua coscia ed è sbucato dall’altra parte, lasciandosi dietro i frammenti e danneggiando le sue ossa”.

Mubarek, dopo essere stato ferito, è stato portato nell’ospedale israeliano di Hadassah, dove è rimasto per tre giorni, sempre ammanettato, anche per andare in bagno.

Dopo averlo visitato in prigione, Akka ha dichiarato che l’adolescente è ancora sofferente e non gli sono state fornite le cure necessarie per alleviare il dolore, ma la sua ferita viene controllata periodicamente nella clinica medica della prigione.

Nel frattempo, ha aggiunto Akka, “un gruppo di perlomeno sette soldati aveva inseguito, bendato e picchiato Hamayel”, prima di arrestarlo insieme a Mubarek. “Alcuni soldati l’hanno colpito sulla schiena coi fucili e altri l’hanno riempito di calci, lacerandogli la pelle”.

Nonostante le perdite di sangue, a Hamayel sono state negate le cure mediche durante la detenzione e anzi i soldati l’hanno “tenuto sul pavimento e gli sono saliti sopra”.

Le dichiarazioni di Akka si vanno ad aggiungere ad anni di casi ben documentati di abusi e maltrattamenti di minorenni palestinesi da parte delle forze israeliane.

Secondo il gruppo per i diritti dei prigionieri Addameer, gli interrogatori dei minorenni palestinesi durano fino a 90 giorni, durante i quali vengono picchiati, minacciati, aggrediti sessualmente e posti in isolamento per estorcere delle confessioni.

Secondo il Comitato palestinese per gli Affari dei prigionieri, solo dall’inizio del 2016 le forze israeliane hanno arrestato 560 minorenni in Cisgiordania, 110 dei quali sono ancora in carcere.

 

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http://www.maannews.com/Content.aspx?id=772899

 

Traduzione di F.G.