Hebron, soldati israeliani uccidono Palestinese a sangue freddo

-1531376737Hebron-Ma’an, Imemc, Quds Press e PIC. Sabato mattina, le forze israeliane hanno ucciso un Palestinese, Hatim Abd al-Hafeeth Shaludi, 25 anni, a Tel Rumeida, nella Città Vecchia di Hebron.

E’ il quarto Palestinese ucciso da giovedì sera (il quinto, includendo il cittadino giordano a Gerusalemme) e il secondo nella stessa area di Hebron.

Il contesto di questa nuova esecuzione extragiudiziale è un presunto attacco con il coltello.

La famiglia Shaludi ha accusato i soldati israeliani dell’esecuzione del loro figlio, mentre si stava recando al lavoro nel centro di Hebron.

Il fratello di Shaludi, Ayman, ha dichiarato all’agenzia Ma’an che la famiglia vive vicino alla moschea Al-Rahma, situata a pochi metri dal check-point israeliano che circonda il sobborgo di Tel Rumeida. Ha spiegato che Hatim stava andando al lavoro, come ogni mattina, quando, passando davanti al check-point, “i soldati israeliani gli hanno sparato a sangue freddo”.
Hatem-Shalloudi-e1474100540571La vittima lavorava in un’azienda di Hebron ed è stata colpita mentre camminava nell’unica strada permessa ai residenti per entrare nel centro della città.
La mamma del giovane ha detto a Ma’an di aver sentito gli spari da dentro casa e di essere uscita fuori, senza comprendere che quei colpi avevano segnato la morte del figlio.
La famiglia ha riferito che le forze israeliane hanno invaso la loro casa e interrogato la madre.

L’esercito ha dichiarato che Shaludi aveva accoltellato un soldato prima di essere colpito e ucciso dalle forze israeliane. I media israeliani hanno riportato di un militare lievemente ferito.

Un portavoce dell’esercito israeliano ha dichiarato a Ma’an che la serie di attacchi rappresenta un altro “esempio del danno dell’incitamento palestinese via social media”, aggiungendo che sono in corso “intensi sforzi di intelligence e operativi per fermare le violenze”. Tuttavia, il portavoce non ha potuto spiegare come tali “attacchi” siano connessi all'”incitamento via social media”.