Il PCHR accoglie con favore la risoluzione ONU sugli insediamenti israeliani

PCHR. Il Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR) accoglie con favore la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU del 23 dicembre che condanna gli insediamenti israeliani nei Territori Palestinesi Occupati (TPO).

Il PCHR la ritiene una risoluzione significativa attesa da tempo. Inoltre, il PCHR richiede un’azione rapida ed efficace per ripristinare la fiducia nello stato di diritto e per porre fine alla lunga sfida israeliana e alla negazione del diritto internazionale e all’impunità di cui ha goduto Israele per decenni.

Il Consiglio di Sicurezza ha adottato la  risoluzione venerdì 23 dicembre 2016, chiedendo la fine della costruzione degli insediamenti israeliani nei Territori Palestinesi Occupati. La risoluzione, presentata da Nuova Zelanda, Malesia, Venezuela e Senegal, ha sottolineato che non avrebbe riconosciuto modifiche ai confini del 4 giugno del 1967, anche per quanto riguarda Gerusalemme occupata.

Questa risoluzione è stata votata considerando le attività di insediamento in corso attuate da Israele in Cisgiordania, nella Gerusalemme occupata, e nel 50° anniversario dell’occupazione israeliana dei Territori palestinesi e arabi nel 1967.

Nel corso di cinque decenni, Israele ha rafforzato il controllo sulla Cisgiordania, sequestrandone oltre il 60%  a favore degli insediamenti israeliani e del Muro di annessione. Inoltre, Israele ha trasformato le città e i villaggi palestinesi in cantoni a causa della creazione di centinaia di posti di blocco militari che lacerano la Cisgiordania. Israele ha intensificato ulteriormente le sue attività di colonizzazione, compresi gli sforzi per creare una  maggioranza ebraica nella Gerusalemme occupata. Le pratiche israeliane hanno creato sistematicamente un nuovo modello di apartheid, in cui i coloni israeliani sono privilegiati e sostenuti dal loro governo, ma ai Palestinesi vengono negati i diritti umani fondamentali.

La risoluzione di ieri del Consiglio di Sicurezza ha riproposto la causa palestinese politicamente e giuridicamente dopo 23 anni di un processo di pace usato da Israele per stringere il controllo sui TPO, mentre il mondo intero guardava in silenzio, soprattutto i paesi occidentali che hanno perso equilibrio e giudizio, sacrificando i principi di base del diritto internazionale, comprese le leggi internazionali umanitarie e i diritti umani.

La risoluzione sottolinea ancora una volta che quando i paesi occidentali, in particolar modo gli Stati Uniti, tolgono, anche parzialmente, l’impunità politica e giuridica data a Israele, quest’ultimo diviene scoperto e fragile sul piano politico e giuridico internazionale. Comunque, la causa palestinese rimane una giusta causa, quando la legge è impiegata imparzialmente nel conflitto.

Il PCHR spera che la presente risoluzione sosterrà gli ultimi sforzi esercitati davanti alla Corte Penale Internazionale, che ha avviato un esame preliminare sulla situazione in Palestina nel gennaio 2015. Si spera anche che Fatou Bensouda, il procuratore della CCI, prenderà una decisione positiva per iniziare un’ indagine penale sulla situazione in Palestina nei prossimi mesi.

Traduzione di Edy Meroli