9 detenuti palestinesi continuano lo sciopero della fame nelle prigioni israeliane

401764CRamallah-Ma’an. Nove detenuti palestinesi continuano lo sciopero della fame nelle carceri israeliane, secondo quanto ha riportato questo lunedì la radio “Sawt al- Asra” (La voce dei detenuti).

Protestando per svariate ragioni, i 9 detenuti rifiutano il cibo fino a quando le loro richieste non verranno soddisfatte dalle autorità israeliane.

Quattro scioperanti protestano poiché sono detenuti in stato di isolamento, afferma la radio.

Il 19enne Anas Shadid, proveniente dal villaggio di Dura, a sud di Hebron, sciopera da 39 giorni, a causa della sua reclusione in isolamento, mentre Majd Hassan Abu Shamla, 24 anni, e Hassan Ali Rabayaa, 31 anni, entrambi del distretto di Jenin, scioerano da 31 giorni.

Musab Manasra è in sciopero da 11 giorni, sempre a causa della sua detenzione in isolamento.

Samer al-Issawi, di Gerusalemme est, e Munther Snawbar, di Nablus, sono in sciopero da 11 giorni in segno di protesta contro i maltrattamenti del centro di detenzione femminile di Damon.

Quando ha iniziato lo sciopero della fame, al-Issawi ha chiesto che i detenuti fossero trasferiti dal centro di detenzione di Damon ad un centro di detenzione più vicino ai tribunali in cui venivano poi processati, che ricevessero cure mediche adeguate e che la ONG Medici Senza Frontiere (MSF) potesse far loro visita.

Al-Issawi ha ottenuto riconoscimento mondiale nel 2012, quando iniziò lo sciopero della fame contro la nuova carcerazione, dopo che nel 2011 era stato liberato come parte dello “scambio Shalit”. Al momento della firma dell’accordo che garantiva il suo rilascio, concluse lo sciopero, nell’aprile del 2013, dopo 266 giorni passati senza cibo.

Sempre sulla questione dello sciopero della fame, altri tre detenuti hanno protestato contro la politica della “detenzione amministrativa”, che permette alle autorità israeliane di trattenere i prigionieri palestinesi per un periodo di tempo indefinito senza alcuna prova di colpevolezza. I tre sono stati identificati come Tamer Sabaana e Ahmad al-Salatna, di Jenin, che hanno iniziato lo sciopero la scorsa domenica, e Ahmad Muhammad Hussein Abu Fara, di Hebron, detenuto nell’ospedale di Ramla dopo 35 giorni di sciopero contro la sua detenzione amministrativa.

Nel frattempo, i funzionari palestinesi di Gaza hanno organizzato, lo scorso lunedì, un sit-in di protesta di fronte al Comitato internazionale della sede della Croce Rossa (CICR) a Gaza, in solidarietà con i nove scioperanti.

Abd al-Hamid Hamad, membro del comitato centrale del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina (FDLP), è intervenuto al sit-in, esprimendo il suo “rifiuto delle politiche razziste condotte da Israele contro i prigionieri palestinesi”. Ha poi elogiato gli “alti spiriti” a cui i detenuti si rivolgono raccontando le politiche di detenzione israeliane.

Hamad ha poi aggiunto che le condizioni in cui versano i prigionieri palestinesi continuano a peggiorare e che “le procedure israeliane violano tutte le leggi internazionali sul trattamento dei detenuti”. Il Leader della FDLP ha chiesto che Israele rispetti le leggi e gli accordi internazionali e che “interrompa immediatamente procedure violente, detenzioni amministrative, detenzioni in isolamento, negligenza medica, detenzione di minori e divieto di visita ai familiari”.

Hamad ha inviato personalmente i suoi saluti ai detenuti in sciopero, al-Issawi e Snawbar, membri di DFLP. Ha poi concluso il suo intervento richiamando per l’unità nazionale e il sostegno popolare dei media per i prigionieri palestinesi nel loro sforzo per “fermare l’ingiustizia israeliana ed esporre le pratiche israeliane contro i prigionieri palestinesi.”

Decine di prigionieri palestinesi, nel corso del 2015 hanno condotto uno sciopero della fame per protestare contro la detenzione amministrativa o le condizioni di incarcerazione. Tra i più importanti ricordiamo Muhammad al-Qiq, Bilal Kayid e Muhammad, e Mahmoud Balboul.

Secondo Addameer, 7.000 palestinesi sono detenuti nelle carceri israeliane a partire da agosto. Il gruppo per i diritti dei detenuti ha stimato che almeno il 40% degli uomini palestinesi ad un certo punto della vita è stato arrestato dalle autorità israeliane.

Traduzione di Domenica Zavaglia