Fadwa Tuqan, poetessa simbolo della Palestina

17201029_1390561284340395_3484818892585249119_nA cura dei Giovani Palestinesi d’Italia.

Fadwa Tuqan nacque a Nablus nel 1917 da una famiglia aristocratica e conservatrice. Le sue libertà erano molto limitate tant’è che frequentò la scuola solo per un breve periodo. La sua infanzia fu triste, illuminata soltanto dal fratello Ibrahim (celebre poeta morto giovane) dal quale apprese l’arte della poesia.
Lottò molto per la sua libertà individuale che riacquistò grazie alle lotte di emancipazione femminile e alle disgrazie che nel 1948 si abbatterono su di lei (Nakba e morte del padre-padrone); la poetessa si gettò in uno sconforto senza fine ma allo stesso tempo riacquistò pienamente la libertà tanto cercata.
Nello stesso periodo “la poetessa della Palestina” iniziò i suoi viaggi per presenziare a conferenze ed incontri sulla poesia. In una di queste occasioni incontrò Salvatore Quasimodo, il quale ne rimase colpito e le fece degli apprezzamenti poco graditi dalla stessa che declinò le sue avance con una poesia.
All’età di 45 anni, Fadwa Tuqan soggiornò in Inghilterra, dove decise anche di iscriversi ad un corso di Lingua e letteratura inglese presso l’Università di Oxford. Dopo qualche anno però, l’Inghilterra si rivelò per lei un paese estraneo. Viaggiò molto in Europa e per il mondo ma questo non fece altro che alimentare l’amore per la sua patria.
Le sue poesie incoraggiano il popolo palestinese, sostengono le sue lotte e richiamano l’amore da sempre proibito. Fu interprete del dramma della sua terra e del suo popolo.
Fadwa Tuqan morì a Nablus nel dicembra 2003.

“Mi basta morire sulla mia terra
essere sepolta in essa
sciogliermi e svanire nel suo suolo
e poi germogliare come un fiore
colto con tenerezza da un bimbo del mio paese.
Mi basta rimanere
nell’abbraccio del mio paese
per stargli vicino, stretta, come una manciata
di polvere
ramoscello di prato
un fiore”.

“Mi basta”, di Fadwa Tuqan.