Hamas: no alla tregua con i dettami degli israeliani.

 

Gaza

Il movimento di Hamas accusa l’occupazione israeliana di “effettuare una propaganda mediatica per imporre una tregua con le sue regole”, confermando il suo rifiuto di firmare questa tregua.

Il dirigente di Hamas, dott. Salah al-Bardaeel, in una dichiarazione stampa ha sottolineato con forza la prontezza della resistenza palestinese ad affrontare qualsiasi possibile aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza assediata.

E ha detto “sembra che il nemico sionista si è abituato alle minacce, tramite le quali tenta di ottenere una posizione politica, per noi le accuse a Hamas della responsabilità della fine della tregua, non rinnovata dopo la sua scadenza, non hanno nessun significato”, e ha precisato che l’occupazione non ha rispettato i suoi impegni verso la tregua.

E ha chiarito: l’occupazione esporta i suoi problemi interni a spese del popolo palestinese, dicendo “noi sappiamo che il nemico sionista possa commettere stupidità, però prima di farle fa il conto mille volte per la resistenza palestinese, noi proteggiamo il popolo palestinese tramite l’unità e i preparativi per qualsiasi aggressione, oltre alla sollevazione araba ed internazionale per rivelare questa aggressione”.

Al-Bardaweel ha chiarito che il ruolo del movimento è chiarire al mondo la falsità delle accuse del nemico israeliano, Hamas non cercherà il sostegno del mondo, ma il sostegno di Dio, poi della resistenza che si sta preparando per rispondere e difendere il nostro popolo.

E ha considerato la propaganda dell’occupazione di un eventuale attacco militare come una guerra mediatica che intende imporre al popolo palestinese una nuova tregua con le sue regole.

E ha detto “noi rifiutiamo queste minacce e queste provocazioni, non firmeremo nessuna tregua in base alla logica del nemico sionista, che non ha rispettato le condizioni della tregua: mettendo fine al’assedio e aprendo i passaggi”.

Le fazioni palestinesi avevano annunciato la fine della tregua verbale con l’occupazione, che è durata 6 mesi, a seguito della quale le fazioni palestinesi hanno rivendicato il lancio di decine di missili e granate contro le colonie e le postazioni israeliane

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