A bordo della nave Mavi Marmara per commemorare l’attacco israeliano alla Freedom Flotilla 1 e per annunciare la partenza della seconda.

Di Angela Lano, da Istanbul. 

In questi giorni, a Istanbul, si commemora il primo anniversario dell'attacco israeliano alla Freedom Flotilla, che causò la morte di nove persone, tra attivisti e giornalisti turchi, e il ferimento di altre 50.

Nella sede della Ong umanitaria turca, IHH, una delle organizzazioni delle flotillas per Gaza, si sono dati appuntamento questa mattina decine di pacifisti e giornalisti, passeggeri della prima Flotilla e della prossima, che partirà a fine giugno da diversi porti europei.

E' un'occasione per rivedere colleghi, compagni di viaggio, amici con cui si è condivisa un'esperienza forte, tragica e storica allo stesso tempo. Ognuno racconta all'altro dettagli dell'attacco israeliano. Particolarmente emozionante è la visita a bordo della nave Mavi Marmara, ormeggiata al porto e in ristrutturazione, dopo gli ingenti danni e la distruzione operata dalle forze israeliane.

Fatima, Iara, Ann, e altri ex passeggeri ci spiegano cosa accadde in questa o quella stanza, durante il feroce assalto israeliano, nella notte del 31 maggio di un anno fa: l'arrembaggio da parte dei commando a bordo di zodiac; la discesa di soldati dagli elicotteri; gli spari che non finivano più; il sangue dappertutto; i cadaveri allineati per terra, in un corridoio; i rumori assordanti; le grida; l'orrore. 

Ci sono visi contratti, parole spezzate dalla commozione, e il loro voler ricordare, fissare nella memoria un'azione brutale contro una flotta disarmata, umanitaria.

La Mavi Marmara è un'imbarcazione da crociera, con saloni enormi, e diversi piani: ma nulla è rimasto dell'arredo dell'anno scorso. Neanche le poltrone. La furia dei militari d'Israele ha vandalizzato, distrutto, sporcato, macchiato di sangue. Tra pochi giorni, tuttavia, la Mavi sarà pronta per accogliere di nuovo centinaia di passeggeri, turchi, arabi e internazionali. Non sarà “la nave turca”, ma la “nave internazionale”. Troveranno infatti posto cittadini di tutto il mondo, diretti a Gaza.

“Questa è la prima volta che tanta gente, giornalisti, ex passeggeri, tornano a bordo della Mavi Marmara dopo l'assalto israeliano”, ha spiegato Huseyn Uruç, vice-presidente della IHH, durante un'affollata conferenza stampa che si è svolta questa mattina sulla nave. “La seconda Freedom Flotilla sarà più potente della prima: la coalizione è cresciuta. Ci sono oltre cento aderenti e 22 diverse nazioni”.

Dopo aver mostrato ai giornalisti una piccola barca d'argento, Vangelis Pisias, greco, membro del coordinamento internazionale della Flotilla, ha sottolineato: “Vi ho portato un modello di nave greca antica. Un tempo, i popoli viaggiavano liberamente nel Mar Mediterraneo, ma ora ci sono popolazioni come quella palestinese che non possono farlo. Non possiamo permettere che ciò accada: per questo partirà la nostra seconda flotilla per Gaza. Non vogliamo che ci siano Paesi a cui è vietato navigare. Tra circa venti giorni la FF2 salperà da diversi porti del Mediterraneo, diretta nella Striscia assediata da Israele”. E ha aggiunto: “Siamo onorati di salpare insieme a voi, fratelli turchi, che l'anno scorso avete subito la perdita di nove vostri cittadini. La Palestina è il simbolo di una nuova Era”.

Gli interventi di tutti i relatori hanno evidenziato il fatto che anche questa nuova missione ha l'obiettivo di rompere l'assedio, poiché, nonostante il valico di Rafah, che collega l'Egitto con la Striscia, è ormai aperto in modo permanente (solo per il transito dei passeggeri, ndr), Gaza è ancora sotto assedio marittimo e di terra (i valichi israeliani lasciano entrare un quantitativo non sufficiente e limitato di prodotti), e l'embargo internazionale è ancora attivo.

“La coalizione della Freedom Flotilla è felice dell'apertura di Rafah – hanno aggiunto gli organizzatori -, ma vogliamo che finisca l'assedio. Per questo chiediamo alla gente di unirsi a noi verso Gaza”.

“I palestinesi della Striscia stanno meglio dell'anno scorso – ha aggiunto Uruç -, ma tanti prodotti importanti non possono ancora entrare. Noi non chiediamo solo 'un miglioramento' delle condizioni di vita, ma la piena libertà per la popolazione”.

Ai giornalisti che hanno domdandato cosa succederà se Israele deciderà di attaccare nuovamente la Freedom Flotilla, e se i governi degli Stati membri della coalizione cercheranno di bloccare la partenza delle barche, il vice-presidente della IHH ha risposto: “La Mavi Mamara e le altre imbarcazioni che compongono la FF2 sono pacifiche. Noi non crediamo che Israele oserà assaltarci un'altra volta.

“Viviamo in Paesi democratici, abbiamo governi democratici, perché dovrebbero bloccarci? Nessun governo può fermarci. Noi agiamo all'interno della legalità internazionale. Non violiamo alcuna legge. Israele deve capire che è un nostro diritto andare a Gaza, che siamo pacifici e che non può fermarci”. 

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