Abbas alla TV israeliana: nessuna Intifada nella mia agenda

Gerusalemme – Reuters. Abbas ha affermato giovedì scorso 1° novembre che non può negoziare mentre la costruzione continua di insediamenti erode la terra indispensabile a uno Stato palestinese indipendente.

In un’intervista rilasciata al Canale 2 della Tv israeliana, giovedì scorso, il presidente Abbas ha assicurato agli israeliani che non permetterà una nuova rivolta contro l’occupazione.

Alcuni funzionari del governo israeliano hanno espresso scetticismo sulla capacità di Abbas di garantire un accordo di pace, dopo che ha  perso il controllo di Gaza con Hamas nella guerra civile del 2007.

Abbas ha cercato di svolgere un controllo di sicurezza sull’area palestinese  della Cisgiordania, dicendo che fino a quando era al potere “non ci sarà nessuna terza Intifada armata (rivolta contro Israele) Mai.».

“Non vogliamo usare il terrore. Non vogliamo usare la forza. Non vogliamo usare le armi. Vogliamo usare la diplomazia. Vogliamo usare la politica. Vogliamo utilizzare i negoziati. Vogliamo usare la resistenza pacifica. Questo è tutto”.

Abbas è anche considerato come colui che ha fatto una concessione simbolica a Israele, dicendo che non aveva alcun diritto permanente sulla città da cui fu cacciato da bambino durante la guerra del 1948, con la fondazione di Israele.

Parlando al notiziario telegiornale israeliano più seguito, a Abbas è stato chiesto se voleva vivere a Safed, la sua città d’infanzia nella regione della Galilea, che fu parte della Palestina sotto mandato britannico e ora si trova ora nel nord di Israele.

“Ho visitato Safed, una volta. Ma la voglio rivederla. E’ mio diritto di vederla, ma non di vivere lì”, ha detto Abbas al Canale 2, parlando in inglese, dalla città di Ramallah, in Cisgiordania.

“La Palestina ora per me è quella dei confini del ’67, con Gerusalemme Est come sua capitale. Questa è ora e per sempre… Questa è la Palestina per me. Io sono (un) rifugiato, ma vivo a Ramallah. Credo che la Cisgiordania e Gaza siano la Palestina e le altre parti (siano) Israele”.