Abbas e Putin discutono degli sforzi congiunti per l’energia in Palestina

Betlemme-Ma’an. Il presidente Mahmoud Abbas ha discusso degli sforzi congiunti palestinesi e russi per estrarre risorse energetiche nel territorio palestinese occupato durante i colloqui con il suo omologo russo a Mosca martedì: è quanto ha riferito l’ambasciatore palestinese in Russia.

L’ambasciatore Abdel Hafiz Nofal ha detto a Ma’an che Abu Mazen e il presidente russo Vladimir Putin hanno discusso del potenziale coinvolgimento delle imprese russe per estrarre gas e petrolio nei Territori.

Nofal ha detto che una delegazione palestinese di alto livello sarebbe stata inviata in Russia nelle prossime settimane per esaminare ulteriormente la possibilità di cooperazione e ha aggiunto che la delegazione dovrebbe anche cercare di ristrutturare il settore energetico palestinese assimilandolo al modello russo.

L’ambasciatore ha spiegato che i Palestinesi possono anche considerare l’importazione di risorse energetiche dalla Russia, per allentare la dipendenza economica che Israele ha creato in decenni di occupazione militare.

Negli ultimi anni, sono state scoperte risorse energetiche al largo della Striscia di Gaza e, potenzialmente, in piccole sacche nella Cisgiordania occupata.

Secondo un rapporto del gruppo palestinese per i diritti Al-Haq lo scorso anno, ci sono “potenzialmente otto giacimenti di gas al largo di Gaza, un giacimento di gas sul confine della Cisgiordania, e due o più campi di petrolio sui confini settentrionale e meridionale della Striscia di Gaza”.

Il rapporto afferma che ci può essere anche un gruppo di giacimenti di gas e depositi di petrolio intorno al Mar Morto, un potenziale giacimento di petrolio vicino a Qalqiliya e un altro nei pressi di Hebron.

Tuttavia, il rapporto ha rilevato la dipendenza dei Palestinesi sotto occupazione da Israele per il settore energetico, e i tentativi di Israele di impedire ai Palestinesi “di sviluppare proprie risorse di gas naturale”.

All’inizio di quest’anno, una società palestinese, la Palestine Power Generation Company, avrebbe dovuto comprare 1,2 miliardi di dollari di gas naturale da un gruppo israelo-americano che estrae il carburante dalla vasta riserva Leviathan al largo delle coste palestinesi.

L’operazione avrebbe fornito gas ad una futura centrale elettrica palestinese nella Cisgiordania settentrionale per 20 anni, ma è stata bloccata a causa della forte pressione dei Palestinesi e degli attivisti di  Boycott, Divestment and Sanctions (BDS).

La società ha in seguito affermato che avrebbe invece cercato il gas naturale palestinese per il futuro impianto.

Durante i colloqui di martedì, i leader palestinesi e russi hanno anche discusso dei recenti sviluppi politici nel territorio palestinese occupato, incluse le tensioni crescenti nella  Gerusalemme Est occupata, che ha visto scontri feroci negli ultimi giorni.

(…) La Russia, che è ampiamente coinvolta nelle politiche del Medio Oriente, ha cercato a lungo di mantenere buoni rapporti sia con la Palestina che con Israele.

Secondo un rapporto degli esperti inglesi della Chatham House all’inizio di quest’anno, l’obiettivo principale dell’attività russa nella regione “è quello di far leva sull’Occidente, visto che l’aiuto di Mosca può svolgere un ruolo cruciale nella soluzione di questioni importanti (nella regione )”.

Tuttavia, sulla questione di Israele e Palestina, Chatham House ha dichiarato: “Le autorità russe non vogliono sacrificare i loro contatti politici ed economici con Israele. Il commercio bilaterale ha raggiunto i 4,6 miliardi di dollari nel 2014”.

Il rapporto ha concluso: “Ogni intensificazione degli sforzi russi per l’indipendenza palestinese può portare gli Israeliani a riconsiderare i legami con Mosca”.

Traduzione di Edy Meroli