Betlemme-Ma’an. Mercoledì, durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il presidente Mahmoud Abbas ha dichiarato che l’Autorità palestinese non continuerà ad impegnarsi in accordi con Israele – e ha citato gli accordi di Oslo del 1993 -, dato che le violazioni avvengono ogni giorno.
Abbas ha spiegato che il rifiuto di Israele di impegnarsi negli accordi passati, di rilasciare prigionieri palestinesi e la prosecuzione dell’attività di insediamento ebraico in Cisgiordania e Gerusalemme Est, stanno distruggendo la possibilità di uno Stato palestinese.
“Abbiamo pertanto dichiarato che non possiamo continuare ad essere vincolati a tali accordi e che Israele deve assumersi tutte le responsabilità in qualità di potenza occupante, perché lo status quo non può continuare e le decisioni del Consiglio centrale palestinese dello scorso marzo sono specifiche e vincolanti”.
La riunione del Consiglio centrale ha chiesto la fine del coordinamento di sicurezza con Israele fino a quando continuerà a violare gli accordi firmati. Nonostante il richiamo, il coordinamento di sicurezza con Israele è rimasto invariato.
Abbas ha detto che la leadership palestinese attuerà la dichiarazione con tutti i “mezzi pacifici e legali”.
“O l’Autorità nazionale palestinese sarà la guida del popolo palestinese dall’occupazione all’indipendenza, o Israele, la potenza occupante, dovrà prendersi tutte le sue responsabilità”, ha detto.
Abbas ha detto che la pazienza palestinese “è giunta al termine” e ha descritto la situazione attuale come “insostenibile”.
Il presidente ha aggiunto che è “inconcepibile” che la questione dell’autodeterminazione palestinese non sia ancora stata risolta, chiedendo: “Non è tempo che l’occupazione più lunga della storia, che sta soffocando il nostro popolo, finisca?”
“La Palestina, che è uno stato osservatore presso le Nazioni Unite, merita il pieno riconoscimento e la piena adesione”.
Abbas ha fatto appello a “quei paesi che non hanno ancora riconosciuto lo Stato di Palestina di farlo”.
Gli scontri nelle ultime settimane tra polizia israeliana e palestinesi nei pressi della moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme hanno sollevato tensioni e spinto Abbas ad avvertire del rischio di una terza intifada, o rivolta.
“Chiedo al governo israeliano di cessare l’uso della forza… in particolare le sue azioni presso la moschea di Al-Aqsa”, ha detto Abbas all’Assemblea.
“Tali azioni convertiranno il conflitto da politico a religioso, creando così una situazione esplosiva a Gerusalemme e nel restante territorio occupato palestinese”.
Abbas ha presentato il suo discorso prima di una cerimonia organizzata per issare la bandiera palestinese per la prima volta, accanto a quelle dei 193 Stati membri delle Nazioni Unite.
Il 10 settembre l’Assemblea generale ha votato per consentire alle bandiere della Palestina e del Vaticano – entrambi hanno lo status di osservatori – di essere sollevate presso le Nazioni Unite.
La risoluzione è stata sostenuta da 119 paesi, con 45 astensioni e otto voti contrari, tra cui Australia, Israele e gli Stati Uniti.
Traduzione di Gabriele Roy