Abu Marzuq: Hamas svincolato da trattato Anp-Israele

Il vice direttore dell'ufficio politico di Hamas, Musa Abu Marzuq.

Betlemme – Ma’an. Hamas non si lascerà vincolare da alcun accordo stipulato fra l’Autorità nazionale palestinese (Anp) e Israele, assicura Musa Abu Marzuq, leader e vice direttore dell’ufficio politico del movimento.

In un’intervista al Cairo con il giornale statunitense The Forward, Abu Marzuq ha infatti ricordato che, quando il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu salì al potere, scelse di non aderire agli Accordi di Oslo firmati dal suo predecessore Yitzhak Rabin.

Allo stesso modo, ha affermato, un eventuale governo di Hamas non s’impegnerà a rispettare alcun trattato di pace concordato da Mahmud ‘Abbas, leader di Fatah.

Abu Marzuq ha dunque proposto una hudna – o tregua – tra Israele e Palestina, che assomigli alle regolamentazioni con cui Israele ha sistemato i conflitti con Libano e Siria.

È meglio della guerra e della resistenza continua contro l’occupazione. Ed è meglio anche dell’occupazione stessa di Gaza e Cisgiordania da parte d’Israele, perché eviterebbe tutte queste difficoltà e tutti questi problemi a entrambe le parti”.

Abu Marzuq ha poi ricordato che Hamas è contrario al dialogo con Israele, ma un accordo passato permette all’Anp – guidata dal movimento di Fatah – di negoziare, anche se ogni accordo firmato tra Anp e Israele dev’essere soggetto a referendum e approvato da tutti i palestinesi, inclusi i rifugiati della diaspora.

Tutti i palestinesi dovrebbero votarlo”, sono state le parole del leader, che ha poi ribadito che, comunque, un simile accordo deve includere il diritto di tutti i profughi palestinesi a ritornare nelle loro terre.

Per quanto riguarda invece la promessa di Hamas, che nell’incontro di riconciliazione svoltosi al Cairo lo scorso novembre si impegnò ad unirsi a Fatah nella sua resistenza civile, Abu Marzuq ha sottolineato che questa strategia non significava la rinuncia alla resistenza armata.

Il vice direttore dell’ufficio politico ha poi messo in evidenza che le forze israeliane hanno ucciso migliaia di civili palestinesi, molti più di quelli israeliani uccisi dai militanti palestinesi: “Non si può confrontare i civili uccisi da Israele con i civili uccisi dalla resistenza”.

All’osservazione che Israele solitamente chiede scusa per i civili morti, al contrario di Hamas, Abu Marzuq ha quindi risposto: “Uccidere è comunque uccidere”.

Tuttavia, la politica di Hamas è “contraria al colpire qualsiasi civile”, ha garantito.

A questo proposito, il leader ha sostenuto che Hamas distingue tra l’occupazione israeliana e il popolo ebraico: “Fondamentalmente non abbiamo niente contro l’ebreo in quanto credente nell’ebraismo o in quanto essere umano. Il problema è che gli israeliani hanno scacciato la mia famiglia. Hanno occupato la mia terra e hanno leso migliaia di palestinesi.”

Quanto al sostegno degli Stati Uniti nei confronti d’Israele, Abu Marzuq lo ha motivato con la simpatia degli Usa per il popolo ebraico, dovuta alle sue sofferenze storiche: “Quella gente che prova solidarietà per gli ebrei [in Israele] lo fa a causa della sua storia con loro. Se si guarda attentamente a quel che accadde loro a Mosca o Madrid, in Spagna, Germania o Polonia, fu molto crudele (…) Chiunque abbia un padre o nonno che fece qualcosa del genere [agli ebrei] dovrebbe vergognarsi”.

Abu Marzuq è considerato da molti come il potenziale successore del capo di Hamas Khaled Meshaal, che a gennaio ha annunciato la sua intenzione di ritirarsi.

L’ufficio politico di Hamas è però nominato dall’assemblea della Shura, che deve ancora accettare pubblicamente le dimissioni.

Se l’assemblea dovesse rieleggere Meshaal nella sua carica – per quello che sarebbe il suo terzo mandato – costui dovrebbe accettare la decisione o, in caso di rifiuto, fornire delle valide motivazioni.