Le "Forze di Sicurezza Preventiva" comandate da Mohammad Dahlan, sono in realtà, una milizia, mercenari finanziati dagli USA (con contributi di
Israele e dall’EU). Il nucleo di questa milizia era stato formato dai
collaborazionisti che durante la prima Intifdah, si erano dovuti rifugiare
in Israele, dove vivevano accampati a 50 mila in un proprio campo di
detenzione, su territorio demaniale di Umm al-Fahm, nel nord di Israele.
Israele (ed i suoi alleati USA e EU) avevano spinto per gli Accordi di Oslo
perché durante la prima Intifada, la resistenza palestinese era riuscita a
liberare tutti i Territori Occupati dai collaborazionisti e dagli
agenti-spie d’Israele, annullando così, il margine operativo delle forze
armate d’occupazione per condurre azioni destabilizzanti nei Territori
Occupati.
Grazie agli Accordi di Oslo, i collaborazionisti sono stati ricollocati
nelle "forze di sicurezza" palestinesi e da allora, il margine operativo
delle forze israeliane all’interno della società palestinese occupata, si è
ricostituito e, grazie all’ingresso della CIA nella Striscia di Gaza 1995,
si è enormemente allargato. E’ da allora che ogni qualvolta gli israeliani
si trovano con le spalle al muro, sul piano politico e diplomatico, che
riescono a fare scattare un attentato spettacolare contro anonimi civili
israeliani, prontamente attribuito a "terroristi palestinesi" e molto utile
per voltare la situazione a favore di Israele.
Quando Hamas ha vinto le elezioni nel gennaio 2006, si sono di nuovo acceso
le luci rosse nella Casa Bianca, a Tel Aviv ed a Bruxelles: Hamas voleva
abolire la rete delle milizie che erano diventate le "forze di sicurezza
palestinesi", tra l’altro gonfiate a 10 volte l’effettivo fabbisogno per
mantenere l’ordine pubblico, per costituire una forza di polizia controllata
dal Ministero degli Interni e della quale il governo avrebbe potuto
rispondere. Delle attuali milizie, l’Autorità Palestinese non è in grado di
rispondere. Ma essendo le "Forze di Sicurezza Preventiva" di Mohammad Dahlan
state concepite a mantenute come strumento di Israele e dell’Occidente per
controllare la società palestinese occupata, hanno subito fatto quadrato
attorno a Fatah-Abu Mazen, che loro dovrebbe garantire la disponibilità di
tale strumento.
Purtroppo, le nostre associazioni pro-palestinesi non si occupano di questo
problema, che a mio avviso, è il problema centrale. Parlano del confronto
Hamas-Fatah come se si trattasse di qualcosa di ideologico, addirittura di
tipo "stato islamico" contro "stato democratico laico" e simili sciocchezze.
Mi ricordo che perfino la Luisa Morgantini aveva frainteso la lotta di Hamas
per una campagna ideologica contro lo stato laico. Ma per chi riconosce che
il problema centrale della Palestina è l’occupazione militare, deve per
forza occuparsi del grado di copertura e di collaborazione che i dirigenti
di Fatah vi hanno dato – dalla firma degli Accordi di Oslo ai giorni d’oggi.
E deve considerare Hamas sotto l’aspetto della sua capacità di porre fine
all’occupazione militare (partendo dallo smantellamento delle milizie del
Signor Dahlan).
Susanne