AGUZZINI IN NAZI-STYLE: torture su minorenni, disabili e malati.

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Gaza – Infopal. Abdullah Rahma, ragazzo sordomuto di 15 anni, è stato arrestato dalle forze di occupazione israeliane durante l’ultima aggressione contro la Striscia di Gaza. Gli ufficiali israeliani lo hanno torturato durante tutto l’interrogatorio, perché non rispondeva alle loro domande. I detenuti che lo hanno visto sotto tortura hanno sofferto molto.

L’esercito di occupazione israeliano ha ultimamente liberato diversi cittadini arrestati durante l’aggressione contro Gaza, i quali hanno raccontato le scene raccapriccianti che si svolgevano nelle stanze degli interrogatori. I più violenti sarebbero stati compiuti ai danni di due disabili. Anche il ragazzo sordomuto è tornato alla sua famiglia, che abita nella tenuta di Abedrabbo, nel campo profughi di Jabalia, a nord della Striscia di Gaza. Sul suo corpo sono molto evidenti i segni delle torture, per non parlare del deterioramento della sua salute fisica e psicologica.

“Parlerà suo malgrado”.  Il cittadino Mohammad Abedrabbo, che era insieme al ragazzo sordomuto dentro la prigione e nelle stanze dell’interrogatorio, ha raccontato delle torture subite da Abdullah: “Fin dalla prima domanda che gli hanno fatto, qualcuno ha detto loro in ebraico che era sordomuto, ma non ci hanno creduto e lo hanno picchiato. Lo interrogavano, lui non rispondeva, ripetevano la domanda e lo torturavano di più”.

Mohammad riferisce che il ragazzo sordomuto è rimasto sotto tortura per 15 giorni. Il suo corpo è diventato blu dalle botte, poi hanno chiamato un medico che ha constatato che era veramente sordomuto. “Continuavano a torturarlo e dicevano che lo avrebbero fatto parlare suo malgrado. Gli domandavano delle brigate al-Qassam, di Hamas e dei missili. Avevamo l’impressione che avrebbe potuto parlare tanto erano forti le percosse ricevute”.

Oltre alle botte, il ragazzo veniva steso per terra senza vestiti e gli ufficiali israeliani gli hanno legato sulla schiena una lastra di ghiaccio, finché si è sciolta completamente. Il ragazzo riusciva solo più a piangere e a indicare il suo corpo, soprattutto le dita, che non poteva più muovere per le botte.

Sugli oltre 1400 palestinesi prelevati dall’esercito di occupazione durante l’aggressione contro Gaza, più di 400 sono ancora nelle mani degli israeliani.

Sfruttamento di un disabile. Wisam Abedrabbo, disabile mentale di 17 anni, sofferente di perdita dei sensi e movimenti involontari, è stato sfruttato dalle forze di occupazione israeliane, sia durante sia dopo l’aggressione di Gaza, a tal punto da essere trattato “peggio di un animale”.

Il cittadino Mustafa Abedrabbo conferma che Wisam, quando le forze di occupazione hanno invaso la tenuta di Abedrabbo, ha perso ancora di più il controllo. Gli abitanti hanno informato i soldati delle condizioni del ragazzo, ma invece di lasciarlo in pace, questi ultimi lo hanno portato con loro in tutte le case in cui facevano irruzione, per poi ordinargli di demolirne delle parti.

Mustafa Abedrabbo racconta al corrispondente di Infopal.it che “questo poveraccio ha dovuto sopportare quello che non sopportano neppure le pietre. Durante l’aggressione abbiamo detto ai soldati che era matto, ma quelli lo hanno preso in giro e gli hanno dato un grosso martello per aprire buchi nei muri per i cecchini”.

Wisam, liberato recentemente, ha subìto varie torture che hanno fatto peggiorare le sue condizioni. Il ragazzo continua a piangere per quello che è stato obbligato a fare: “Mi dispiace per quello che ho fatto alle case, sono gli ebrei che mi hanno costretto a farlo, inoltre mi hanno incarcerato e torturato”.

Bambini e ragazzi dispersi. I palestinesi rilasciati riferiscono di aver visto bambini e ragazzi prelevati dall’esercito di occupazione, la maggior parte dei quali hanno tra i 13 e 17 anni. Hanno visto ragazzi le cui famiglie pensavano fossero stati uccisi e i loro cadaveri rimasti sotto le macerie.

Ecco le parole del cittadino Abedrabbo: “Siamo stati sorpresi nel vedere i soldati israeliani interrogare dei bambini. Ho incontrato un ragazzo della famiglia al-Amsi e un altro della famiglia al-Nabhan; entrambi erano dati per morti, ma quando siamo usciti, abbiamo informato le loro famiglie che erano tenuti in detenzione”.

La Croce Rossa e altre organizzazioni per i diritti umani hanno dichiarato di essere state informate da diverse famiglie della scomparsa dei rispettivi figli durante l’aggressione israeliana. I dispersi sarebbero più di 110”.

Nemmeno i malati sono stati risparmiati dalla brutalità dell’occupazione: i loro corpi sono stati presi come bersaglio, molti sono svenuti e sono stati lasciati senza soccorso. Hajj Majed Abedrabbo, con problemi alla colonna vertebrale e al cuore, è stato torturato per tre giorni, e quando è caduto per terra, i soldati hanno chiamato il medico non per curarlo, ma per “far aumentare le sue sofferenze”.

Hajj Majed racconta con tanta rabbia: “Ho detto loro che ho problemi alla colonna vertebrale, allora mi hanno picchiato e per tre giorni mi hanno messo addosso delle lastre di ghiaccio. Quando le mie condizioni sono peggiorate, uno di loro è venuto e mi ha detto di essere un medico. Io avevo gli occhi chiusi e non l’ho visto, e lui mi ha torturato ancora di più”.

Hajj Majed è rimasto sorpreso nel vedere che il medico non era altri che un soldato. Questi gli domandava dove gli facesse male, e lì lo colpiva intenzionalmente con oggetti taglienti.

Oltre alle torture, i cittadini prelevati hanno subìto un forte choc, al loro ritorno, nel vedere le proprie case trasformate in macerie, magari con sotto un morto o un ferito. Gli altri si trovano ancora in celle buie e non sanno della distruzione.

(La vignetta è di Latuff)

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