Al-Ahrar: vita dei prigionieri palestinesi ai limiti dell’umano.

Cisgiordania – Pic. Il centro al-Ahrar per gli studi sui detenuti e i diritti umani ha rivelato ieri che Israele ha intensificato la politica di violazione dei diritti dei detenuti, trascurandone le condizioni di salute allo scopo di distruggerli psicologicamente.

Il centro ha dichiarato che l’atteggiamento israeliano è diventato più aggressivo che mai dopo la cattura del soldato Gilad Shalit, quando si è avuto un aumento delle restrizioni e delle misure punitive.

Fuad al-Khafash, direttore del centro, ad esempio, ha affermato che i prigionieri della struttura di Ramle vivono in un grande stabile inadatto ad ospitare esseri umani. Trenta di loro sono ormai agonizzanti, mentre molti altri sopravvivono per mezzo di apparecchiature mediche, o sono affetti da paralisi o malattie croniche. Si contano poi migliaia di palestinesi che languono nelle stesse condizioni in altri carceri.

Nel centro di Ramle, ha proseguito Khafash, la direzione fornisce ai carcerati tonnellate di anti-dolorifici, al punto che i loro organismi non solo hanno ormai smesso di reagire a questi farmaci, ma soffrono di disordini digestivi e altri problemi interni.

Intanto, le truppe dell’occupazione hanno fatto irruzione e saccheggiato la casa del detenuto Anas, nella cittadina di Dayr al-Ghusun, confiscando l’hard disk del suo computer. ‘Abd ar-Rahim è sottoposto da due mesi ad interrogatori da parte delle autorità israeliane.

Il ministero per gli Affari dei detenuti, in un comunicato stampa, ha inoltre comunicato che Mohamed Hamdeo, di Gaza, arrestato nel 1989 e condannato all’ergastolo, è appena entrato nella lista di prigionieri trattenuti da Israele da almeno 20 anni, elevando così il numero dei decani a 106.

 

 

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