Al-Azhar, Egitto: crocifiggere i terroristi dell’ISIL

PressTv. L’Università del Cairo, Al-Azhar, ha invocato l’uccisione e la crocifissione dei terroristi takfiri dell’ISIL che hanno arso vivo un pilota giordano prigioniero.

Martedì, l’ISIL ha pubblicato un video on-line che mostra i terroristi mentre danno alle fiamme Moaz al-Kassasbeh, che era stato tenuto in ostaggio dal dicembre 2014 dopo che il suo F-16 si era schiantato mentre volava sopra la Siria settentrionale, durante una missione contro i terroristi.

Nel macabro filmato di 22 minuti, Kassasbeh si vede vestito con una tuta arancione avvolto dalle fiamme dentro ad una gabbia di metallo.

Mercoledì, Ahmed al-Tayib, capo dell’autorità religiosa con sede al Cairo, ha espresso “forte sgomento per questo atto vile”, aggiungendo che è necessaria “la punizione menzionata nel Corano per questi oppressori corrotti che lottano contro Dio ed il suo Profeta: l’uccisione, la crocifissione o il taglio degli arti”.

Ha inoltre sottolineato, durante una dichiarazione, che nell’Islam “uccidere un’anima umana innocente… mutilare l’anima umana dandole fuoco o in qualsiasi altro modo, anche durante le guerre contro un nemico che ti attacca” è proibito.

La reazione giordana all’assassinio dell’ISIL

In risposta all’uccisione del pilota ventiseienne, gli ufficiali giordani hanno impiccato, mercoledì, Sajida al-Rishawi, una terrorista legata all’ISIL, e Ziyad  Karboli, un militante di al-Qaeda.

Rishawi è stata condannata a morte per il suo ruolo durante gli attacchi ad una catena di hotel nella capitale giordana, Amman, nel 2005 che uccisero 60 persone. Karboli è stato condannato nel 2008 per aver ucciso un cittadino giordano.

Il governo della Giordania e l’esercito hanno promesso di vendicare l’uccisione del pilota.

“La risposta della Giordania sarà sconvolgente”, ha dichiarato alla televisione il ministro per l’Informazione nazionale, Mohammed Momani.

Il gruppo terrorista aveva minacciato di uccidere il pilota catturato se Amman non avesse rilasciato Rishawi in cambio di Kenji Goto, un ostaggio giapponese, entro il termine del 29 gennaio.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi