All’aeroporto Ben-Gurion, attivisti internazionali dichiareranno: ‘Sono diretto in Palestina’

Il prossimo 8 luglio, all'aeroporto di Ben-Gurion, i passeggeri dichiareranno che la propria destinazione è la Palestina. Il ministro degli Esteri ha dato ordini di impedire loro di entrare in Israele.

di Tovah Lazaroff

Laura Durkay è uno di questi attivisti i quali, una volta arrivati all'aeroporto di Ben-Gurion, venerdì prossimo, indicheranno “Palestina” come propria destinazione. Questo nonostante la certezza che Israele li deporterà.

Mentre gli attivisti della Freedom Flotilla continuano a lottare per riuscire a partire dai porti della Grecia verso Gaza, su un altro fronte, un gruppo informale ha mirato all'aeroporto israeliano Ben-Gurion.

Durkay è una dei 700 attivisti, in gran parte dall'Europa, che intendono arrivare a Ben-Gurion tutti nello stesso giorno, in concomitanza con l'apertura dell'iniziativa “Benvenuto in Palestina“.

Essi sostengono lo Stato palestinese e la lotta del popolo palestinese contro l'occupazione israeliana in Cisgiordania.
Gli stessi attivisti faranno dichiarazioni sulla sacralità della libertà di movimento e l'accesso ai Territori palestinesi occupati.

Il ministro degli Esteri israeliano ha già dichiarato che farà di tutto per fermare il gruppo.
Ma in passato Israele ha ripetutamente vietato l'ingresso nel Paese di attivisti internazionali perché sospettati di voler portare disturbo, (ma anche solo di avere relazioni con la comunità palestinese, ndr).

Molti attivisti raggireranno le domande poste loro dalle autorità che in aeroporto li interrogheranno.
“Anziché mentire sulla loro destinazione, essi dichiareranno di venire per la settimana di solidarietà con il popolo palestinese, – ha affermato l'attivista israeliano Sergio Yahini. – Se verrà vietato l'ingresso nel Paese agli attivisti, allora ci sarà una manifestazione in aeroporto e Israele dovrà far fronte alla situazione deportando 700 attivisti”.

In un video pubblicato su YouTube, l'attivista palestinese Lubna Marsawa ha detto, “Quello che abbiamo programmato per l'8 luglio, potrà essere l'inizio di una serie di marce verso la Palestina. Siamo stufi di parole e questo è il momento di azioni”.

In conferenza stampa era stato dichiarato che gli attivisti sono stati invitati da 40 organizzazioni palestinesi.

“Le procedure draconiane e discriminatorie che si applicano sulle frontiere di Israele hanno un solo scopo, quello di isolare sempre più i palestinesi ed enfatizzarne lo status di inferiorità.

“Atterreremo all'aeroporto Ben-Gurion l'8 luglio per visitare i nostri amici in Palestina e insistiamo sul sostegno dei nostri governi. Questo supporto sarà un piccolo passo verso la libertà di movimento per i tutte le popolazioni, per Israele e Palestina, così essenziali per la pace e la giustizia in Medio Oriente” ha aggiunto il gruppo in conferenza stampa.

Durkay, 29enne, ha confidato di essere diventata una sostenitrice attiva per la lotta palestinese sin dal periodo in cui studiava alla Columbia University di New York.
Nel 2009 ha visitato Gaza e la scorsa estate è stata in Cisgiordania. Pur non incontrando all'inizio alcun ostacolo a fare ingresso in Israele, fu posta in stato di fermo cinque ore alla frontiera con la Giordania, presso il ponte di Allenby, dopo un breve viaggio in Giordania.

“La nostra non è una minaccia. Chiunque dovrebbe avere il diritto alla libertà di movimento e di viaggiare nei Territori palestinesi occupati. Questa è la nostra azione e siamo qui con uno spirito di solidarietà pacifista”.

InfoPal

http://occupiedpalestine.wordpress.com/2011/07/04/not-welcome-to-palestine-israel-preparing-for-a-new-mass-deportation/

http://www.jpost.com/DiplomacyAndPolitics/Article.aspx?id=227768

(Foto: The Jerusalem Post).

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