Allam e la mancanza di democrazia.

La messa alla berlina nella lista di proscrizione di Magdi Allam, all’interno dell’articolo del 5 marzo scorso, sul Corriere della Sera, ci ha indotti a riflettere, ancora una volta, e con preoccupazione, sul tipo di democrazia che il giornalista, vice-direttore ad personam del C.d.S., propone ai lettori: il totalitarismo all’egiziana e l’imbavagliamento dell’informazione e della critica.

La nostra è un’amara riflessione sul vuoto valoriale ed etico, sul baratro in cui mondo politico e informazione sono caduti. Ciò che ci preoccupa non sono i delirii di un editorialista, ma il fatto che il primo quotidiano italiano li pubblichi, e non in nome della libertà di espressione, ma in quanto manifesto-proscrizione verso chi a questa libertà crede ancora. Ogni cittadino, dunque anche l’Allam, è libero di condividere o di avversare opinioni e attività altrui, ma questo non deve mai sconfinare nella messa al bando, nella proscrizione in stile autoritario-dittatoriale. Chiunque, allora, può inventarsi – con nomi e cognomi -, liste di persone da ostracizzare, da mettere in piazza, alla gogna mediatica.

Questa non è democrazia. Questa non è civiltà. Questa non è libertà. Questa è la dittatura che Allam si porta dietro dai suoi anni di cittadino immigrato da un Paese meraviglioso ma non certo democratico. Paradossalmente, e ironicamente, è proprio il giornalista italo-egiziano a proporre la "somministrazione" di Carte dei Valori agli immigrati prima di accoglierli nella comunità nazionale. Forse, allora, avremmo dovuto fargli leggere la nostra amata Costituzione, frutto del sacrificio di tanti Italiani, prima di accoglierlo come nostro Concittadino. La Costituzione, signor Allam, prevede la libertà di parola e di stampa, il rispetto delle idee, culture e religioni altrui, la tutela della sacra democrazia, il rispetto per i deboli, e molti altri principi di cui i suoi scritti sembrano non tener affatto conto.

Angela Lano, direttrice di Infopal.it

 

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