Amnesty International: Il Muro di separazione in Cisgiordania viola il diritto internazionale

Londra-Quds Press. Il Muro di separazione, la cui costruzione nei territori palestinesi della Cisgiordania è stata quasi completata dalle autorità di occupazione israeliane “rappresenta una violazione costante del diritto internazionale, in quanto separa i palestinesi dalle loro terre agricole”. Lo ha reso noto Amnesty International.

In una relazione, l’organizzazione ha reso noto che “i contadini palestinesi del villaggio di Jayyous (nord della Cisgiordania) che soffrono da anni per non poter accedere ai propri terreni agricoli a causa del Muro, che in quella zona prende la forma di una recinzione elettrificata e pesantemente sorvegliata, affrontano ora altre difficoltà, rappresentate dai coloni”.

L’organizzazione ha richiamato l’attenzione sulle difficoltà incontrate dagli agricoltori palestinesi a causa dei coloni israeliani, che “continuano ad istituire avamposti mobili al nord dell’insediamento di Tsufim, vicino alla città di Qalqilia, e sui terreni dei contadini palestinesi, in rappresaglia alla decisione della Corte suprema israeliana che ha imposto una deviazione del Muro di separazione, in modo che una parte dei terreni venga restituita ai contadini palestinesi”.

Ann Harrison, vice direttore del programma per il Medio Oriente e il Nord Africa di Amnesty International, ha dichiarato: “Il fatto che i coloni abbiano ostacolato la deviazione del muro, semplicemente perché restituisce un piccolo appezzamento di terra agli agricoltori palestinesi e sventa i loro piani per espandere gli insediamenti, è assolutamente scandaloso”.

Ha aggiunto che “il diritto internazionale impone la rimozione del muro e gli insediamenti dai territori palestinesi occupati, ma la realtà sul terreno è troppo lontana. Vi è la sensazione che i bulldozer israeliani hanno spazzato la Convenzioni di Ginevra e la decisione della Corte Internazionale di Giustizia, quest’ultima aveva ritenuto illegale la costruzione del muro nei territori palestinesi, e né ha decretato la rimozione, oltre a risarcire i palestinesi che hanno subito danni a causa di esso”.