Amnesty: la detenzione di al-Qeiq è “crudele”

-781401530PIC. La detenzione amministrativa di Muhammed al-Qeiq, giornalista Palestinese, da parte delle autorità israeliane, è stata definita ingiusta e crudele da Amnesty International dopo che il giudice militare ha approvato l’ordine di conferma della sua detenzione della durata di tre mesi, con possibilità di rinnovo.

Muhammed al-Qeiq, che è stato messo in isolamento, sta conducendo uno sciopero della fame dal 6 di febbraio, per protesta contro la sua detenzione. Secondo il suo avvocato la sua situazione clinica è peggiorata nelle ultime settimane e necessiterebbe di specifiche cure mediche.

“La decisione odierna di approvare l’arresto di Muhammed al-Qeiq è un affronto alla giustizia. La detenzione amministrativa di Israele, usata nei confronti di Palestinesi senza né accusa né processo, è arbitraria e abusiva. Le autorità Israeliane devono abbandonare questa pratica, che conduce a trattamenti crudeli e disumani, una volta per tutta”. Così ha affermato Magdalena Mughrabi, vice-direttrice della sezione medio-orientale e nord-africana di Amnesty International.

L’avvocato di Muhammed al-Qeiq, che ha potuto fargli visita la settimana scorsa, ha detto che appare fragile, ha perso molto peso e soffre di mal di schiena a causa della terribile situazione di detenzione. Dopo l’iniziale rifiuto alla richiesta del suo avvocato ad un trasferimento in una struttura ospedaliera, le autorità israeliane hanno autorizzato, infine, di trasferirlo al centro medico della prigione di Ramla.

“Al posto di prolungare la sofferenza causata dalla sua detenzione, le autorità israeliane dovrebbero o imputargli un crimine reale, oppure rilasciarlo. Durante questo periodo, Muhammed al-Qeiq deve essere trasferito in un ospedale civile dove può ricevere i trattamenti di cui necessita”. Ha proseguito Magdalena Mughrabi.

Muhammed al-Qeiq è stato arrestato il 15 gennaio 2017 dalle forze Israeliane ad un checkpoint nei paraggi di Ramallah mentre stava tornando a casa dopo essere stato ad una protesta.

Questa non è la prima volta che Muhammed al-Qeiq è soggetto ad ordinanze amministative. In passato, fu arrestato in novembre del 2015 e imprigionato senza accuse e processo. Passò 94 giorni conducendo uno sciopero della fame per protesta contro la sua detenzione, la sua salute peggiorò e fu rilasciato dalla custodia.

La moglie di al-Qeiq, Faiha, ha detto ad Amnesty International che lui è particolarmente debole in questo momento perché il suo corpo non ha ancora recuperato le forze dopo l’ultimo sciopero della fame.

Traduzione di Nicola Migliorati