Appello dell’Unione dei sindacati palestinesi a tutti i dipendenti portuali: ‘Respingere le navi israeliane dai propri porti’

Imemc, Memo. Oggi, 8 giugno, l'Unione Sindacale Palestinese, membro fondatore del Comitato Nazionale per Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BNC), rivolge il proprio appello ai sindacati dei lavoratori portuali nel mondo:

“Bloccare il commercio marittimo israeliano in risposta al massacro di operatori umanitari e di attivisti a bordo della Freedom Flotilla fino a quando Israele non rispetterà la legislazione internazionale e revocherà l'assedio imposto a Gaza”.

Nel frattempo, carico di potere e impunità, Israele continua ad ignorare gli appelli della comunità internazionale, tra cui la recente richiesta del Segretario Generale dell'ONU di revocare l'embargo su Gaza.

L'appello, rivolto ai lavoratori portuali, non è casuale: in passato i sindacati di categoria si erano mobilitati in sostegno alla causa sudafricana, attraverso il rifiuto di caricare e scaricare qualunque bene da/verso Israele dai propri porti.

L'appello è rivolto a tutti.

Analogamente a quanto hanno già fatto per la causa palestinese:

–      South African Transport and Allied Workers Union (SATAWU): nel febbraio 2009, a Durban, ha deciso di bloccare il commercio con Israele in protesta all'attacco su Gaza;

–       Swedish Dockworkers Union: lo ha fatto subito dopo l'attacco del 31 maggio 2010 in acque internazionali.

L'assedio su Gaza non è solo immorale: vietare ogni sorta di bene, come gli alimentari di base, le forniture per l'istruzione e la salute, e il materiale edilizio, è una forma di punizione collettiva, un crimine di guerra proibito dall'art. 33 della IV Convenzione di Ginevra.

La politica imposta a Gaza da Israele ha prodotto povertà su larga scala, contaminazione delle risorse idriche, collasso ambientale, malattie croniche, crollo economico e centinaia di morti.

Si tratta di un assedio che riduce la popolazione palestinese della Striscia di Gaza a “livelli medievali”. Così si sono espressi i numerosi esperti di legge tra cui il relatore speciale dell'ONU sui Diritti Umani, il prof. Richard Falk, che non usa mezzi termini quando parla di “lento genocidio”.

L'ultimo attacco israeliano viola:

–      la legge marittima internazionale e quella ONU che riconoscono la liceità di operazioni di pace in alto mare;

–      la Convezione di Roma per la Soppressione di Atti Illegali per la Sicurezza Marittima, art. 3/1998, dove si legge che sequestrare o prendere il controllo di un'imbarcazione con la forza è un crimine e lo è anche il ferimento o l'uccisione di membri dell'equipaggio.

Restando in ambito legale, subito dopo l'aggressione israeliana contro la Freedom Flotilla, vari esperti hanno rilasciato interessanti pareri in proposito, e nella condanna dell'atto israeliano hanno ammonito la comunità internazionale affinché, nel procedere ad una condanna “legale”,  commisurino l'accaduto alla crisi di Gaza.

L'azione israeliana in acque internazionali è priva di giustificazioni legali: personale umanitario e carico erano destinati a Gaza, dove una popolazione vive sotto occupazione ed è stata condannata ad un assedio – altrettanto illegale – che ha creato solo una catastrofe.

Pertanto, l'illegalità dell'aggressione israeliana contro la Freedom Flotilla  è ancora più grave se ricollegata all'illegalità delle politiche israeliane (occupazione, assedio, crisi umanitaria) che erano alla base della missione internazionale della Flotilla.

Gaza, oggi, è una realtà che ci fornisce il test della moralità e del senso dell'umanità di ciascuno.

Ripetere per Gaza quanto fu fatto per il Sudafrica, come forma più concreta per porre fine a quest'ingiustizia e ridare validità ai diritti umani.

I firmatari:  

•               Palestinian General Federation of Trade Unions (PGFTU)

•               General Union of Palestinian Workers (GUPW)

•               Federation of Independent Trade Unions (IFU)

•               Palestinian Professionals Association**

•               Youth Workers Movement (Fatah)

•               Central Office for the Workers Movement (Fatah)

•               Progressive Workers Block

•               Workers Unity Block

•               Workers Struggle Block

•               Palestinian Federation of Unions of University Professors and Employees (PFUUPE) -part of IFU

•               Workers Liberation Front

•               Labor Front Block

•               Workers Solidarity Organization

•               Workers Struggle Organization

**Includes the national syndicates of engineers, agricultural engineers, doctors, dentists, pharmacists, lawyers and veterinarians.

[1] http://groups.google.com/group/cosatu-press/msg/a2ff0baff48201c4?pli=1

[2] http://ibnkafkasobiterdicta.wordpress.com/2010/06/03/the-swedish-dockers-union-decides-on-a-blockade-against-israeli-ships-and-goods/

 

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