Appello: 'Revocate adesso la decisione di dedicare a Israele la Fiera del Libro di Torino'.

Oggi, nuovamente, siamo stati attaccati: questa volta da Libero (il giornale dove continua a scrivere l’ex agente Betulla, Renato Farina).

E’ ormai chiaro che il nostro lavoro dà fastidio, in quanto diamo voce a chi non ce l’ha. Insomma, stiamo colpendo nel segno.

Allora cercano di intimidirci, attraverso liste di proscrizione, propaganda, discredito, lettere piene di odio, e così via.

Ribadiamo il nostro sostegno, come redazione, al nonviolento boicottaggio della Fiera del Libro celebrante il 60° anniversario della nascita di Israele, la Naqba dei Palestinesi, e aderiamo all’appello riportato qui di seguito.

 

La Redazione di Infopal

Revocate adesso la decisione di dedicare a Israele la Fiera del Libro di Torino

Appello
 
Per aderire a questo appello scrivere a: fieralibera@libero.it
 
Con questo appello torniamo a chiedere alla direzione della Fiera del Libro di Torino di revocare la decisione di avere come ospite d’onore lo Stato d’Israele per l’edizione 2008. Gli chiediamo di farlo ora e di dedicare questa edizione della Fiera del Libro alla pace cioè ad un “paese morale” coniugabile e comprensibile in molte lingue: salaam, shalom, peace, paix, frieden, mir, paz.
 
1. Chiediamo di revocare una decisione sbagliata ed inopportuna fortemente condizionata dalla volontà delle autorità israeliane di celebrare in un importante evento culturale in Italia un atto esplicitamente politico come la celebrazione dei sessanta anni della nascita dello Stato di Israele.
Occultare la Palestina e il dramma del popolo palestinese – indissolubilmente connessi alle scelte concrete di Israele – è stata una forzatura che non poteva passare sotto silenzio, né in Italia nè altrove. Tanto più alla luce della mattanza scatenata dalle forze armate israeliane contro la popolazione palestinese di Gaza
 
2. A nessuno è sfuggita la dimensione politica e per molti aspetti strumentale della decisione di dedicare a Israele l’edizione 2008 della Fiera del Libro.
Questa dimensione tutta politica, non può essere occultata dal tentativo di disegnare la contestazione e il dissenso dalla scelta della direzione della Fiera del Libro di Torino come una operazione tesa ad imbavagliare la cultura o di mettere a tacere la letteratura ebraica ed israeliana. Nulla di più falso. Al contrario riteniamo che proprio il tentativo di utilizzare la cultura come forma di legittimazione della politica di uno Stato sia un’offesa verso il buonsenso dell’opinione pubblica, una strumentalizzazione della libertà di espressione e del ruolo degli scrittori.
Allo stesso modo riteniamo maldestro e fallace il tentativo di lasciar credere che la campagna di contestazione della Fiera del Libro di Torino sia partita dalle capitali dei paesi arabi e islamici e non da una spinta dal basso della società civile italiana. E’ accaduto esattamente il contrario sia sul piano cronologico che politico. E’ stato solo dopo che associazioni e comitati impegnati nella solidarietà con il popolo palestinese hanno contestato la decisione di dedicare a Israele la Fiera del Libro che il dibattito e l’allarme hanno raggiunto la sponda sud del Mediterraneo. Solo in seguito alle denunce delle associazioni sono venute crescendo proteste e proposte di boicottaggio anche tra gli scrittori e le istituzioni del mondo arabo-islamico. Affermare il contrario è una falsità che non aiuta la discussione né la soluzione.
 
3. Gli echi e i contraccolpi di questa iniziativa di contestazione in Italia sono stati talmente forti e argomentati che scrittori e intellettuali arabi, israeliani e arabi-israeliani hanno deciso di non partecipare ad un evento che celebra i sessanta anni della nascita di uno Stato nato sulle spalle della popolazione palestinese e che definisce questo anniversario come Nakba (la catastrofe).
E’ ormai evidente che sono molti ad aver compreso che così come è stata concepita e costruita la Fiera del Libro di Torino di quest’anno, l’ha trasformata in un evento scivoloso e strumentalizzabile, decidendo di conseguenza, pubblicamente o meno, di tenersene alla larga.
Ciò dimostra che l’operazione fin qui tentata è fallita e che la direzione della Fiera del Libro ha un’ultima possibilità di evitare tensioni, polemiche e strumentalizzazioni che condizioneranno pesantemente un evento culturale come quello di maggio a Torino.
 
C’è solo una decisione da prendere e noi torniamo a chiedere con questo appello che venga presa adesso: revocare la decisione di dedicare a Israele la Fiera del Libro e dedicare l’edizione di quest’anno alla pace. E’ l’unica scelta che può restituire contenuto e dignità alla Fiera del Libro e forse riparare ad alcuni dei danni fatti nelle relazioni culturali tra l’Italia e il resto delle società del Mediterraneo e allo spirito libero e critico del confronto tra le culture.
 
Primi firmatari:
 
Gianni Vattimo (università di Torino)
Angelo Baracca (università di Firenze)
Giulietto Chiesa (giornalista ed europarlamentare)
Giorgio Forti (ECO, rete ebrei contro l’occupazione)
Wasim Dahmash (università di Cagliari)
Danilo Zolo (università di Firenze)
Edoardo Magnone (università di Tokio)
Giorgio Cremaschi (sindacalista Fiom)
Antonello Petrillo (università di Napoli “O .Benincasa”)
Domenico Losurdo (università di Urbino)
Luciano Vasapollo (università di Roma “La Sapienza”)
Nella Ginatempo (università di Messina)
Guglielmo Carchedi (universita’ di Amsterdam)
Antonio Di Stasi (università Politecnica delle Marche)
Rita Martufi (ricercatrice Cestes-Proteo)
Andrea Martocchia, ricercatore Istituto Nazionale di Astrofisica
Annamaria Crescimanni (università. La Sapienza, Roma)
Mauro Cristaldi (università. La Sapienza, Roma)
Nino Pagliccia  (universita della British Columbia, Canada)
Marco Rizzo (europarlamentare)
Salvatore Cannavò (deputato uscente)
Fosco Giannini (senatore uscente)
James Petras (Università di New York e di Halifax, USA/Canada)
Joaquim Arriola (università di Pamplona, Spagna)
Ricardo Antunes (università di Campinas, Brasile)
James Cockcroft (università di Montreal, Canada)
Josè Alberto Jaula Botet (università di Pinar del Rio, Cuba)
Alvaro Bianchi (università di Campinas, Brasile)
Honorato Tessier Fuentes (università di Coahuila, Messico)
Carolus Wimmer (parlamentare, Venezuela)
Manuel Mera (Fondazione per lo Studio Sociale e Sindacale, Galizia, Spagna)
Mauricio Nunez (Centro Studi Martiano, Cuba)
Henrike Galarza, (Universidad Pública de Navarra, Paesi Baschi)
Francisco Dominguez (università. Middlesex, Londra)
Francisco Torrealba (parlamentare Venezuela)
Alberto Munguira Elizondo, (università pubblica della Navarra, Paesi Baschi)
Gloria Martínez González (Università Nazionale Autonoma di Città del Messico)
Alejandro Valle (Università Nazionale Autonoma di Città del Messico)

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