Assedio alla Striscia di Gaza, ‘Israele ed Egitto complici’. L’appello: ‘Stare sempre dalla parte dei palestinesi oppressi’.


L'Egitto ha boicottato la Gaza Freedom March, una manifestazione di portata mondiale in sostegno della Striscia di Gaza assediata. Infopal sta seguendo giornalmente, ora per ora, gli sviluppi del braccio di ferro tra le autorità del Cairo e i 1500 attivisti provenienti da oltre 40 Paesi e confluiti nella capitale egiziana.

Sono notizie dell'ultima ora (10,30) l'attacco della polizia contro i membri della Marcia, radunati davanti al Museo Egizio. Ci sono diversi feriti, tra cui alcuni italiani.

L'ostinazione del governo egiziano a non autorizzare l'ingresso della Gaza Freedom March nella Striscia di Gaza assediata (sono entrati soltanto 86 persone) rimane inspiegabile, se non con una posizione di collusione e accettazione di diktat Usa-israeliani.

Abbiamo chiesto ad alcuni studiosi, giuristi e attivisti italiani quali sono, secondo loro, le motivazioni che hanno spinto il governo del Cairo a vietare una marcia internazionale di solidarietà con la popolazione gazawi assediata e oppressa.

Avvocato Dario Rossi (Giuristi democratici – Genova):

“Sono motivazioni politiche. Nel divieto egiziano non ci sono basi giuridiche. Anzi, esso viola il diritto internazionale. E' totalmente illegale. Si potrebbe addirittura ipotizzare un'azione legale contro il governo del Cairo, chiedendo un risarcimento danni.

Certo, 1500 persone che entrano nella Striscia di Gaza per portare solidarietà creano una vasta crepa nell'assedio israelo-egiziano. Per questo non li lasciano passare… Sarebbe una clamorosa violazione di tutti i divieti illegali”.

Avvocato Vainer Burani (Giuristi democratici – Reggio Emilia):

“Dal punto di vista giuridico, siamo di fronte a un assurdo: il governo egiziano impedisce a 1500 attivisti di lasciare l'Egitto, non di entrarvi (come potrebbe essere suo diritto). A rigor di logica, dovrebbe essere il legittimo governo di Gaza a non autorizzare l'ingresso nella Striscia, non l'Egitto. Questo sta infatti compiendo un'illegalità, una violazione di un diritto. E' un paradosso del diritto internazionale. Come si potrebbe affrontare il problema? Rivolgendosi, come stanno facendo gli attivisti, alle proprie ambasciate al Cairo, per chiedere loro di essere protetti e 'accompagnati' a Gaza. E' un loro diritto. Inoltre, si potrebbe fare causa al governo egiziano, in quanto viola i diritti dei cittadini stranieri di uscire dall'Egitto, tenendoli sequestrati. Tuttavia, ancora una volta constatiamo che il diritto internazionale è sostanzialmente inesistente. E' il diritto dei più forti: gli Usa e Israele”.

Don Nandino Capovilla, dal Convegno nazionale di Pax Christi, ad Avezzano:

“Siamo in comunione fortissima con Gaza assediata. Ancora una volta dobbiamo prendere atto che è quanto mai necessario stare a fianco del popolo palestinese dimenticato e oppresso. Come cristiani, è fondamentale stare sempre dalla parte degli oppressi”.

Professor Claudio Moffa, docente presso l'Università di Teramo e presidente dell'Istituto Iemasvo.

“E' l'ennesima prova della subalternità dell'Egitto alla politica genocida israeliana. Non permettere alla vasta delegazione del Gaza Freedom March di entrare nella Striscia è un modo per fare pressioni su Hamas e sul legittimo governo di Gaza. Non so cosa Israele, gli Usa e l'Europa vogliano ancora da Hamas: esso ha dato forti segnali di 'real-politik', nell'ultimo anno  mezzo, come a suo tempo fece l'Olp di Yasser Arafat, riconoscendo de facto Israele. Alla luce di ciò, è ancora più assurdo che il movimento non sia riconosciuto ufficialmente come rappresentante del popolo palestinese e il governo di Gaza come legittimo. Come fa l'Europa a ritenerla un'organizzazione 'terrorista'? E' un errore politico gravissimo perché riflette la deficienza occidentale, che rifiuta di considerarlo un movimento di resistenza nazionale, ben diverso da organizzazioni transnazionali come al-Qaida (qualunque cosa essa sia). Hamas è un movimento che difende il proprio Paese, non fa terrorismo internazionale. Senza Hamas non ci possono essere reali negoziati”.

Elvio Arancio, European Islamic Network:

“E' ormai evidente che l'Egitto lavora per conto terzi. Il divieto di ingresso nella Striscia di Gaza assediata va inquadrato come crimine contro l'Umanità. Il governo egiziano è in una posizione di collusione con Israele. Non dobbiamo stupirci di tutto ciò. L'oppressione imposta da Israele, e di cui l'Egitto si rende complice, va inquadrata all'interno di un piano di annientamento dei Palestinesi. Non c'è 'escalation', ma una politica lucida e costante volta alla distruzione totale del popolo palestinese. L'Egitto quindi sta cooperando e contribuendo a questo crimine contro l'Umanità, divenendo criminale a propria volta. Rimango perplesso da tutto lo stupore che suscitano le azioni di Israele, appoggiate da Usa e Egitto, e 'comunità internazionale'. Ma non abbiamo ancora capito qual è il fine ultimo dello stato sionista? Esso ha un unico obiettivo. Un unico progetto. Distruggere, annientare i Palestinesi. Grazie ai media embedded, agli Stati collusi e ai politici occidentali e arabi corrotti ciò rischia di concretizzarsi”.

 

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