Associazioni ebraiche USA mettono in guardia contro l’annessione della Cisgiordania

Imemc. Una coalizione di gruppi ebraici americani ha inviato una lettera ai leader dei partiti politici israeliani, mettendoli in guardia contro l’annessione, totale o anche solo parziale, della Cisgiordania occupata. 

La lettera, scritta dal Progressive Israel Network, chiede ai politici israeliani di opporsi al progetto di annessione perseguito dal primo ministro Benjamin Netanyahu, anche se il presidente USA Donald Trump gli ha giá dato il via libera. 

La missiva afferma che l’appoggio di Trump all’annessione della Cisgiordania non è l’espressione di una politica americana a lungo termine, come anche riportato dal quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth. 

“Fraintendere questo ‘via libera’ da parte del presidente – per qualsiasi tipo di consenso da parte dei due partiti politici statunitensi – sarebbe un errore pericoloso per Israele”, si legge nella lettera. 

“In poche parole, l’approccio di questo presidente non rappresenta gli interessi a lungo termine e la probabile politica futura degli Stati Uniti”. 

La coalizione ha dichiarato che l’annessione potrebbe danneggiare le relazioni tra Israele e gli ebrei statunitensi in quanto la “grande maggioranza degli ebrei americani” è a favore di una soluzione per il conflitto israelo-palestinese. 

Jeremy Ben-Ami, presidente del gruppo promotore, ha dichiarato che “continuare con le annessioni unilaterali in Cisgiordania alla fine” porterà Israele “verso un sentiero disastroso che conduce direttamente al conflitto permanente”. 

“Per i leader israeliani è fondamentale riconoscere che, qualunque sia la politica pericolosa e illusoria dell’amministrazione Trump, la vasta maggioranza degli americani e degli ebrei americani si oppone fermamente all’annessione”, ha ribadito Ben-Ami. 

La lettera è stata sottoscritta da oltre 13 gruppi, compresi dieci membri del Progressive Israel Network – una coalizione ombrello che comprende J Street e il New Israel Fund. 

Inoltre, il PNN riporta che già in precedenza, verso metà settembre, Netanyahu aveva promesso, nel caso fosse stato rieletto, di annettere la Valle del Giordano, che costituisce il 30% della Cisgiordania, 

Con una mossa fortemente provocatoria, il 25 marzo il presidente USA, ignorando un consenso internazionale che durava ormai da decenni, aveva firmato un proclama che riconosceva la “sovranità” di Israele sulle Alture Siriane del Golan occupate. 

Damasco aveva condannato con forza la mossa definendola un “palese attacco alla sovranità e alla integrità territoriale” della Siria. 

Nel 1967 Israele aveva condotto una guerra su vasta scala nei territori arabi, durante la quale aveva occupato una larga fascia di Golan e lo aveva annesso nel 1981, azione condannata dalla comunità internazionale. La Siria ha ripetutamente affermato la sua sovranità sulle Alture del Golan, dichiarando che il territorio deve tornare completamente sotto il suo controllo. 

Il favore del Golan regalato da Trump ad Israele ha fatto seguito al suo riconoscimento di Gerusalemme al-Quds come capitale di Israele.

Gli USA hanno trasferito la loro ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme al-Quds, che i Palestinesi considerano capitale del loro futuro stato.

Traduzione per InfoPal di Aisha Tiziana Bravi