Atallah Hanna invita a manifestare per proteggere le proprietà cristiane a Gerusalemme

Gerusalemme-PIC. Padre Atallah Hanna, arcivescovo della Chiesa ortodossa palestinese nella Gerusalemme occupata, ha minacciato di organizzare proteste contro le offerte immobiliari che hanno coinvolto la locazione di tre edifici di proprietà della chiesa da parte di un gruppo di coloni ebrei a Gerusalemme Est.

Nel suo incontro di domenica con i prelati cristiani di Gerusalemme, padre Hanna ha affermato che la Chiesa Ortodossa non permetterà ai coloni di vivere in edifici che fanno parte dell’eredità cristiana-ortodossa nella Città Santa, impegnandosi a contrastare il piano israeliano.

Padre Hanna ha chiesto un’azione urgente per impedire ai colonizzatore di occupare le proprietà di della chiesa nella zona di Bab al-Khalil (Jaffa Gate) della Città Vecchia.

“Noi chiediamo azioni pratiche per spiegare questo schema cospiratorio contro la presenza cristiana nella nostra Città Santa”, ha detto.

“Come i gerosolimitani sono riusciti, con la loro unità, fermezza e determinazione, a costringere le autorità di occupazione a rimuovere le porte metalliche e le telecamere dagli ingressi della Moschea al-Aqsa, siamo capaci, con l’unità, la fraternità e la solidarietà, di sventare questa minacciosa e trama pericolosa che mira alle nostre proprietà a Bab al-Khalil”, ha sottolineato l’Arcivescovo.

“Chiedo vere e proprie azioni di protesta, che potrebbero includere l’installazione di una tenda a Bab al-Khalil nei pressi delle proprietà prese di mira”.

Il tribunale distrettuale israeliano di Gerusalemme recentemente ha confermato la validità di tre contratti immobiliari stipulati tra funzionari della Chiesa greco-ortodossa e acquirenti prestanome d’oltremare che hanno agito in segreto per conto di un gruppo di coloni israeliani.

Il tribunale distrettuale ha stabilito che gli accordi in cui tre grandi edifici di Gerusalemme Est, compresi due alberghi, erano stati affittati nel 2004 per 99 anni rinnovabili da parte dell’organizzazione Ateret Cohanim attraverso tre società di partecipazione all’estero, sono “validi e non implicano un’azione fraudolenta”.

L’accordo è devastante per i Palestinesi perché dietro ad esso vi è Ateret Cohanim, che lavora per acquisire proprietà al fine di stabilire una maggioranza ebraica nella Città Vecchia e nei quartieri arabi di Gerusalemme Est.