Attacchi ai media: il ministro dell’Interno incontra i giornalisti di Gaza.

Gaza – Speciale InfoPal. Sabato 19 marzo, Fathi Hammad, ministro dell'Interno della Striscia di Gaza, ha incontrato una delegazione di giornalisti e operatori dell'informazione per discutere dei recenti episodi di aggressione contro i media, avvenuti sia durante le manifestazioni popolari per l'unità nazionale, il 15 marzo, sia il 18, quando si è verificato un altro episodio di repressione ai danni dei giornalisti, sia il 19, quando uomini armati hanno compiuto un'incursione nella sede della Reuters.

Si tratterebbe di fatti diversi, legati a responsabilità differenti.

All'incontro con Hammad erano presenti Shahdi al-Kashaf, corrispondente a Gaza per BBC; il direttore della Reuter a Gaza, Nidal al-Maghrabi; il presidente dell'associazione per l'informazione, anche a capo del canale “Al-Quds”, 'Emad al-Afranji; Hanan al-Masri, inviata di al-'Arabiyah, e i due giornalisti, 'Emad ad-Darimali e Marwan al-Ghul. 

La settimana scorsa erano giunte allarmanti notizie sull'assalto fisico ad alcuni reporter, il loro fermo e confisca delle attrezzature di lavoro. Essi avevano accusato le forze della sicurezza del governo di Gaza, e uomini non identificati. I giornalisti che hanno coperto le manifestazioni a Gaza City hanno infatti affermato che il governo ha preso misure senza precedenti contro la stampa.

Alla repressione della manifestazione e alle aggressioni ai giornalisti hanno fatto seguito incursioni nelle redazioni di alcuni giornali.

Sabato, un centinaio di reporter hanno protestato di fronte ad un edificio del governo, a Gaza City, contro il trattamento aggressivo ricevuto ore prima, durante una manifestazione violentemente dispersa.

Il sito online Ma'an riferisce che giornalisti di una Tv giapponese hanno raccontato che poliziotti in borghese hanno assaltato la loro redazione, sabato, e hanno aggiunto di avere le registrazioni di tale aggressione. 

L'arresto dei responsabili. Nell'incontro con i media, il ministro ha riferito ai cronisti gli esiti preliminari emersi dalle indagini, aperte subito dopo i fatti della settimana scorsa: “Alcuni individui sono stati arrestati con il sospetto di essere gli autori dell'assalto contro la sede Reuters di Gaza. 

Il ministro ha voluto garantire la collaborazione delle istituzioni locali e ha rassicurato che “non esiste, a livello istituzionale, motivazione alcuna per attaccare o commissionare attacchi contro l'informazione. Al contrario, l'intervento del governo è a garanzia della vostra protezione. 

“La libertà di stampa e quella d'opinione devono essere tutelate a Gaza e nessuno ha intenzione o motivi particolari per interferire con il lavoro dei giornalisti. Al contrario le disposizioni impartite agli ufficiali di sicurezza sono il linea con la legalità”. 

Il ministro – ha riferito il sito del quotidiano Ma'an – ha dichiarato di aver dato istruzioni alle forze di sicurezza di fermare gli attacchi contro le redazioni dei media, e ha ordinato che tutte le attrezzature di lavoro sequestrate siano restituite. 

Hammad ha aggiunto di aver chiesto all'ufficio stampa del ministero e al dipartimento media del governo di formare una delegazione per far visita ai giornalisti che hanno denunciato gli abusi da parte delle forze di sicurezza.
 

Clima di insicurezza. Durante la riunione, le parti hanno mostrato interesse per lo stato dell'informazione nella Cisgiordania occupata. A tal proposito, il ministro ha ricordato le difficoltà dei loro colleghi, i quali, spesso sotto il ricatto politico sui salari, si impegnano per fomentare il caos interno lavorando ad un processo inverso a quello che si pone la “fine delle divisioni”. Hammad ha inoltre ricordato gli sviluppi politici in materia di riconciliazione tra i due governi di Hamas e del presidente 'Abbas. 

L'informazione al servizio della riconciliazione nazionale. I giornalisti sono stati invitati dal ministro dell'Interno a essere parte integrante e attiva nel processo di unità nazionale e, concludendo, ha dichiarato: “Siamo consapevoli che il raggiungimento dell'intesa nazionale sia scomodo per qualcuno in Palestina. Evidentemente, la creazione di un clima positivo non costituisce la priorità per questi individui. Pertanto, nell'esercizio della vostra professione, siete sollecitati a fare le dovute distinzioni ogni qualvolta accadono fatti di questa natura. Le istituzioni allora penseranno ad esercitare il potere legale e quello giudiziario”.  

Infine Hammad ha promesso ai giornalisti che “non saremo tolleranti verso chi lavora per diffondere ulteriore caos pubblico. I mass media devono contribuire, abbandonando l'incitamento e cooperando per la fine delle divisioni interne palestinesi”.

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