Bahrain: terzo anniversario dell’occupazione saudita

Bahrain Freedom Movement. Il terzo anniversario dell’occupazione saudita del Bahrain si avvicina e ci sono state attività frenetiche all’interno e all’esterno del paese. 

Ci sono richieste per il ritiro immediato delle truppe saudite dal paese, perché la popolazione nativa è completamente contraria. Le forze saudite hanno invaso il Bahrain il 14 marzo 2011 e hanno compiuto crimini efferati. Il governo britannico fu informato dell’invasione in anticipo, ma non si oppose.

In Bahrain la rivoluzione si è intensificata contro il ruolo della dittatura ereditaria Al-Khalifa che viene accusata di tradimento. Il dittatore, Hamad bin Isa Al-Khalifa, è accusato di tradimento per aver invitato o accettato l’occupazione saudita, compromettendo la sovranità del Bahrain e vedendo forze straniere e mercenarie uccidere i Bahreniti. L’ uccisione, nell’ultima settimana, di tre mercenari in un’esplosione inspiegabile ha esposto la realtà dell’occupazione delle forze saudite e degli Emirati.

La politica del rapire i cittadini e torturarli è continuata senza sosta. Alla vigilia della Giornata Nazionale di Resistenza contro l’occupazione saudita, almeno 13 Bahreniti sono stati arrestati e 17 case sono state sottoposte a irruzione. Aseel Ali e Hassan Abdul Karim sono stati strappati dalle loro case nella città di Al-Qurayyah da membri degli squadroni della morte di Al-Khalifa. Sono stati portati in un luogo sconosciuto e aumentano i timori per la loro sicurezza. Mentre i tribunali hanno perseguito la politica di vendicarsi sui Bahreniti, tre giovani sono stati condannati a tre anni di reclusione per aver partecipato alle proteste anti-regime. Mohammad Mahdi, 19 anni, Yousuf Al Sayegh, 17 anni e Yousuf Abdul Hadi, 16 anni, sono stati torturati e sottoposti ad abuso prima di comparire in tribunale.

Dalla città di Al-Ekr, Ali Hassan Al-Mughanni è stato tratto in arresto oggi dalla sua casa. Altri tre sono stati arrestati a Nuwaidrat: Ilias Hassan Marhoon, Ahmad Abd Ali Jum’a e Jaber Hilal. Mahmood Abdul Redha Al Shahrakkani è stato arrestato ad un check-point a Jufair.

Dato che il presidente americano si prepara a visitare l’Arabia Saudita, la pressione sta salendo negli USA per pulire i suoi legami immorali con le monarchie dittatoriali del Golfo. Ventotto esperti americani di Medio Oriente hanno sottoscritto una lettera ad Obama chiedendogli di sollevare il caso del Bahrain con il re saudita durante la sua visita. Washington è stata riluttante a sostenere le richieste a favore della democrazia in quella regione ed è stata accusata di adottare due pesi e due nel trattare con il mondo. Il suo silenzio sulle orrende violazioni dei diritti umani da parte delle dittature del GCC è stato condannato dagli attivisti politici e dei diritti umani, in un momento in cui il GCC si sta frammentando dall’interno.

A Londra il blocco di opposizione del Bahrain ha intrapreso diverse attività per celebrare l’occasione. Lunedì 10 marzo una conferenza stampa si è tenuta da Lord Avebury, vicepresidente del Comitato parlamentare per i diritti umani. Diversi oratori hanno partecipato, tra cui il dottor Mahmood Al-Fardan che ha illustrato l’attacco alla professione medica dopo l’invasione saudita. Rori Donaghy, del Centro per i diritti umani degli Emirati, ha parlato dei gravi abusi da parte del regime contro gli attivisti politici. Ha detto che 128 prigionieri politici languono dietro le sbarre. Raza Kazmi, della Islamic Human Rights Commission, ha presentato un quadro fosco delle gravi violazioni dei diritti umani in Arabia Saudita.

Martedì sera si è tenuta una riunione per denunciare l’invasione saudita e l’occupazione del Bahrain. Attivisti contro la guerra e il traffico di armi sono impegnati a sostenere i Bahreniti che resistono all’occupazione straniera.

La visita di Obama a Riyad ha spinto le richieste degli attivisti per i diritti umani, così come degli accademici perché siano più attivi e lavorino per cambiare il corso della politica americana nel Golfo.

Il 10 marzo, il sito Policy Outlook ha pubblicato un importante articolo di Frederic Wehrey dal titolo: “Un nuovo approccio degli Stati Uniti alla sicurezza del Golfo”. L’autore ha detto che “Gli Stati Uniti devono concentrarsi maggiormente per promuovere riforme del settore politico e della sicurezza nel Golfo che sono fondamentali per la stabilità regionale a lungo termine, integrando meglio l’uso di strumenti diplomatici e militari” . Ha inoltre aggiunto: “I rapporti americani con gli Stati arabi del Golfo Persico sono tese a causa di politiche divergenti nei confronti di un cambiamento in Medio Oriente, della paura dei paesi del Golfo di essere abbandonati dagli Stati Uniti, e da inedite tensioni tra i Paesi del Golfo. Washington ha tentato di rassicurare i partner del Golfo sulla forza dell’alleanza di sicurezza quando chiedeva la liberalizzazione delle riforme. Sempre più spesso, però, le politiche nazionali degli stati del Golfo li hanno messi in contrasto con tali richieste. Contrariamente ad alcune ipotesi, gli obiettivi di sicurezza e di riforma non si contraddicono, sottolineando che l’urgenza di cambiamenti istituzionali tanto necessari rafforza l’impegno degli Stati Uniti a una durevole sicurezza regionale” .

12 marzo 2104

Traduzione di Edy Meroli