PIC. Il Segretario generale dell’Iniziativa nazionale palestinese, Moustafa Barghuthi, ha affermato che l’approvazione da parte del Knesset israeliano del disegno di legge per la legalizzazione di nuovi avamposti, è una dichiarazione di guerra contro il popolo palestinese e l’idea stessa di pace.
Martedì, durante una conferenza stampa, Barghuthi ha dichiarato che permettere la confisca delle terre private palestinesi a favore dei coloni e la legalizzazione di 120 nuovi insediamenti israeliani in Cisgiordania, significa condannare a morte lo Stato palestinese.
Secondo il Segretario generale: “Tutto ciò non sorprende, dal momento che Israele è retto da un governo fascista che ha deciso di investire in apartheid e oppressione razziale e di legittimare la pratica del banditismo sull’insieme delle terre e dei beni palestinesi”.
Barghuthi (membro del Consiglio legislativo palestinese per l’Iniziativa nazionale) ha inoltre sottolineato che l’estremismo razziale che caratterizza la società israeliana continua a legittimare le politiche estremiste e razziste del governo d’occupazione.
Il Segretario generale ha invitato i Palestinesi ad adottare una strategia nazionale unica, basata sulla resistenza all’occupazione israeliana e alle sue azioni razziste, ad esigere un boicottaggio totale d’Israele e delle sue politiche, a porre fine ad ogni tipo di cooperazione con esso, e ad annunciare il fallimento del preteso compromesso di pace.
Inoltre, egli ha ugualmente invitato i paesi arabi e tutti coloro che sostengono la libertà e l’indipendenza dei Palestinesi alla necessità di boicottare, oggi più che mai, l’occupazione israeliana e d’imporre sanzioni al governo razzista ed estremista israeliano.
Il Knesset israeliano ha già approvato in lettura preliminare con 60 voti favorevoli e 49 contrari, la legge che prevede di legalizzare decine di insediamenti.
Con la ratifica della legge è autorizzata la costruzione di circa 4000 abitazioni per coloni israeliani sulle proprietà private palestinesi, la confisca di 8000 dunum (1 d.=a 1.000 m²) in Cisgiordania, e il trasferimento di 40 famiglie dall’insediamento di Amona, a nord-est di Ramallah, verso terre palestinesi scelte in virtù di suddetto progetto e considerate come “proprietà degli assenti”.
Traduzione di Daniela Minieri