BBC costretta ad ammettere la parzialità sulla Palestina

Memo. Per la seconda volta in poco più di sei mesi, la BBC è stata costretta ad ammettere che Today, programma di attualità che riporta le principali news del giorno, ha fornito  notizie fuorvianti al pubblico in merito alla situazione in Israele, nella Cisgiordania occupata e nella Striscia di Gaza.

Nel corso di una puntata a ottobre, il presentatore John Humphrys e il corrispondente dal Medio Oriente Kevin Connolly hanno avuto uno scambio di opinioni, in cui hanno menzionato solo le vittime israeliane degli episodi di violenza accaduti durante quel mese.

In realtà, il giorno della messa in onda, il 19 ottobre, erano oltre 40 i Palestinesi uccisi e meno di 10 gli israeliani.

Violazione delle linee guida della BBC 

Questa settimana, in seguito alle proteste della Palestine Solidarity Campaign e di numerosi ascoltatori, la editorial complaints unit ha stabilito che la trasmissione ha violato le linee guida dell’emittente in materia di accuratezza dell’informazione, fuorviando il pubblico.

Sulle prime, il programma ha cercato di difendere lo scambio di quattro minuti tra Humphrys e Connolly; il vice caporedattore dell’epoca, George Mann, ha infatti scritto questa nota: “Mi dispiace che non abbiate apprezzato la discussione di lunedì mattina tra Kevin Connolly e John Humphrys. Dopo averla riascoltata, credo che abbiate male interpretato il senso di quello scambio di opinioni”.

Ma le proteste non si sono fermate; gli uffici della BBC sono stati informati del fatto che Humphrys e Connolly non hanno fatto menzione delle vittime palestinesi, concentrandosi unicamente su quelle israeliane e sulle preoccupazioni in merito alla sicurezza.

Humphrys ha iniziato la discussione con Connolly dicendo: “Ieri sera c’è stato un altro attacco contro gli israeliani. Stavolta, si è trattato di un uomo arabo armato di pistola e coltello, che ha ucciso un soldato e ferito altre 10 persone. Ne parliamo con il nostro corrispondente dal Medio Oriente Kevin Connolly. C’è un’escalation, siamo arrivati a circa 50 vittime, lo confermi, Kevin?”

Connolly ha risposto: “Sì, nell’ultimo mese, ci sono stati circa 50 morti. C’è un’improvvisa ondata di violenze, non solo con l’attacco alla stazione degli autobus di Beersheva, in territorio israeliano, ma anche con una serie di attacchi con coltello a Hebron e Gerusalemme nella giornata di domenica.”

Solo nell’ultima battuta della conversazione, Connolly fa un riferimento di sfuggita alle vittime palestinesi, definendole però “gli aggressori”; senza dire che sono stati uccisi dal fuoco dei soldati israeliani o dalle armi dei coloni, si limita a riferire:

“…non è chiaro il motivo che spinga individui singoli a perpetrare questi attacchi perché, ovviamente, gli aggressori perdono quasi sempre la vita”.

Poi Humphrys chiude la discussione.

Connolly sostiene che i Palestinesi “perdano la vita” e non che siano uccisi, senza fare cenno ai responsabili. Non chiarisce neanche che molti sono stati uccisi dalle forze di occupazione israeliana pur non rappresentando una minaccia concreta, in quelle che sono vere e proprie esecuzioni extragiudiziali.

Il corrispondente dal Medioriente della BBC sembra non curarsi neanche dell’occupazione militare israeliana e della morsa oppressiva che affligge i Palestinesi, quando si interroga sui motivi che spingono i Palestinesi ad aggredire gli israeliani.

Altri notiziari non sono così titubanti nel parlare dell’occupazione come fattore scatenante degli attacchi; alcuni, come Al Jazeera, hanno intervistato familiari e amici dei Palestinesi autori di aggressioni, che sono stati giustiziati, cercando di analizzare a fondo le motivazioni.

Ma nel suo scambio di battute con Humphrys, Connolly fornisce una descrizione molto emotiva dei timori degli israeliani.

Racconta al presentatore diTodayche “la natura casuale e spontanea degli attacchi suscita in tanti cittadini israeliani la paura che qualsiasi palestinese possa essere armato di coltello e voglia aggredirli. Qualsiasi automobile potrebbe essere usata contro i pedoni israeliani… [gli attacchi hanno] avuto un effetto devastante sulla vita quotidiana”.

Faziosità filo-israeliana?

La tendenza a concentrarsi solo sui timori israeliani aveva già causato problemi alla trasmissione Today nel mese di maggio.

In quell’occasione la editorial complaints unit della BBC aveva stabilito che l’intervista condotta dalla presentatrice Sarah Montague al ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon aveva dimostrato una esplicita faziosità filo-israeliana.

Anche in quel caso, in seguito alle proteste della Palestine Solidarity Campaign e di altri soggetti sul silenzio della Montague di fronte alle bugie del ministro Yaalon (che si era spinto a dichiarare che i Palestinesi godono di indipendenza politica),la BBC aveva ammesso che l’intervista violava le linee guida dell’emittente in merito all’imparzialità.

Fraser Steel, direttore dell’unità, aveva risposto a coloro che protestavano, riconoscendo che il “prodotto era al di sotto degli standard di imparzialità della BBC”.

La trasmissioneToday, trasmessasu Radio 4 sei mattine su sette, raggiunge 7 milioni di persone a settimana nel Regno Unito. James Harding, Director of News della BBC, lo descrive come “il programma che stabilisce la priorità delle notizie, ogni giorno”.

È tanto più sconcertante, dunque, che sia la stessa BBC ad ammettere la tendenza a non contrastare le versioni ufficiali di Israele, anche quando sono chiare menzogne, e a non riconoscere le vittime palestinesi e le sofferenze dell’occupazione.

Traduzione di Romana Rubeo