Bilal Dhiab e Ta’er Halalha: ‘Vivono da martiri’

Al-Quds (Gerusalemme) – InfoPal. Un tribunale israeliano ha respinto ieri la richiesta della difesa di Bilal Dhiab, detenuto palestinese oggi al 70° giorno di sciopero della fame. L’istanza degli avvocati verteva sulla concessione del permesso di visita dei suoi familiari, ma soprattutto dei medici.

L’Organizzazione “Medici per  Diritti Umani – Israele” ha lanciato l’allarme insieme ad Addameer, gruppo palestinese per i prigionieri.

Lo scorso 3 maggio, Bilal è svenuto nell’aula del tribunale quando, per oltre mezz’ora, le guardie israeliane avevano vietato a chiunque di avvicinarsi al detenuto, oggi ricoverato all’ospedale di Tel Aviv, ‘Assaf Harofeh.

Bilal Dhiab è in gravi condizioni di salute. Gruppi per i Diritti Umani sostengono che “Dhiab e il detenuto Ta’er Halalha, anch’egli al 70° giorno di sciopero, stanno sopravvivendo da martiri”.

Arrestato all’età di 18 anni – era il 2003 -, Bilal Dhiab fu condannato a 7 anni e mezzo di carcere per “attivismo politico nei ranghi del Jihad Islamico.
Rilasciato nel febbraio 2010, Bilal fu riarrestato per un breve periodo e ripetutamente convocato a colloquio dall’Intelligence israeliana.

Insieme a lui, si ricordano i casi di Halalha, al 70° giorno di sciopero della fame. Seguono: Hasan as-Safadi, al 64°, ‘Omar Abu Shalal al 62°, Mohammed at-Taj, al 51°, Ja’far ‘Ezz id-Din, al 47° e Mahmoud Sarsak, al 46° giorno.