Bil’in, la Corte suprema israeliana ordina il cambiamento del percorso del Muro dell’Apartheid: deve rimanere entro i territori israeliani.

 

Cisgiordania – Infopal. Lunedì, 15 dicembre, la Corte suprema israeliana ha cassato i progetti con cui il governo di Tel Aviv intendeva costruire una parte del Muro dell’Apartheid in Cisgiordania, affermando che il suo percorso rappresenta “una grave violazione sui territori palestinesi”.

La Corte ha ordinato al governo Olmert di cambiare il percorso del Muro che passa vicino alla cittadina di Bi’lin, in provincia di Ramallah, precisando che esso deve essere costruito all’interno di Israele.

La propaganda israeliana sostiene che l’obiettivo del Muro è impedire gli attentati, in realtà si tratta di un muro di annessione, di confisca di terre e di fonti idriche, oltreché di punizione collettiva.

A Bil’in, il Muro sottrae circa tre chilometri e ai contadini di raggiungere i terreni agricoli.

Ahmad Yasin, sindaco di Bil’in, nel 2005 aveva chiesto al tribunale israeliano di impedire al governo di Israele il sequestro dei terreni appartenenti alla cittadina.

L’avvocato Micheal Safard, difensore di Bil’in, ha dichiarato che la sentenza della Corte israeliana è molto importante, “perché chiarisce che Israele non può costruire ciò che definisce ‘zona di sicurezza’, confiscando ampie aree palestinesi“.

La sentenza, contenuta in otto pagine, chiede al governo israeliano di eseguire gli ordini “senza ritardo”.

 

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