Bil’in, la protesta nonviolenta nel mirino di Israele.



Ramallah – Infopal. Bil'in, la cittadina della Cisgiordania nota per le manifestazioni settimanali contro il Muro dell'Apartheid, organizzate all'insegna della nonviolenza gandhiana, è stata nuovamente presa d'assalto dalle forze di occupazione israeliane.

Questa notte, alle 2,30, le truppe d'Israele hanno attaccato il paese alla ricerca di un adolescente, e imponendo il coprifuoco.

L'adolescente “ricercato” è Hamaza Burnat (16 anni), un parente del capo del Comitato popolare contro il Muro, Eyad Burnat.

I rappresentanti del Comitato hanno dichiarato che i continui raid israeliani sono un tentativo di porre fine alla resistenza nonviolenta della popolazione.

Il villaggio di Bil'in è diventato un punto focale per il movimento di resistenza passiva in Palestina, promuovendo proteste pacifiche ogni venerdì, negli ultimi quattro anni, a cui si uniscono attivisti internazionali e israeliani. Le forze israeliane attaccano sistematicamente i cortei facendo uso di armi semi-letali e sperimentali, e ferendo anche gravemente decine di persone.

Bil'in, area agricola popolata da 1700 persone, a ovest di Ramallah, ha portato avanti azioni giudiziarie contro l'esercito israeliano per tentare di fermare la costruzione del Muro che spacca in due il territorio cittadino. Nel 2006, l'Alta Corte israeliana ha ordinato all'esercito di deviare il percorso del Muro, ma senza esito.

Gli abitanti hanno continuato le proteste nonviolente, nonostante le continue aggressioni israeliane. Nel mese di marzo, i militari hanno lanciato un candelotto lacrimogeno ad alta velocità contro la testa di un attivista statunitense, Tristan Anderson, ferendolo gravemente.

Ad aprile, hanno lanciato un lacrimogeno contro il petto di un altro attivista, Bassem Abu Rahme, uccidendolo.

Ad agosto, l'esercito ha iniziato una campagna di incursioni nel cuore della notte, terrorizzando gli abitanti del villaggio, e tenendoli svegli per ore mentre spara contro le loro case.

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