Gerusalemme – PIC. Le forze israeliane hanno ucciso, nel mese di dicembre, otto manifestanti palestinesi, tutti disarmati e quindi non rappresentando alcuna minaccia. Partecipavano alle manifestazioni scoppiate contro la barriera di separazione a Gaza, secondo quanto ha rivelato il nuovo rapporto di B’tselem.
Secondo il documento, i soldati israeliani hanno sparato ai manifestanti scesi per strada contro il riconoscimento americano di Gerusalemme come capitale di Israele, uccidendo 10 Palestinesi e ferendone una centinaia in Cisgiordania, a Gaza e nella Gerusalemme occupata.
Durante le manifestazioni a Gaza, i soldati si trovavano dal lato israeliano della barriera, mantenendo le distanze dai manifestanti palestinesi. Secondo il rapporto, non correvano alcun rischio.
Eppure, anche questa ondata di violenze e uccisioni di Palestinesi a causa dell’utilizzo illegale e eccessivo di armi sarà dimenticata e nessuno ne sarà colpevole.
L’annuncio dell’apertura di un’inchiesta, da parte della polizia militare israeliana, sull’uccisione di Ibrahim Abu Thuraya – pubblicato dopo che il caso è stato trattato dai media israeliani e nel mondo – non manterrà le promesse. Non è altro che la prima di una serie di misure prese per mascherare le circostanze nelle quali le forze di sicurezza israeliane uccidono i Palestinesi.
Paradossalmente, i responsabili beneficiano di una protezione.
Traduzione di Chiara Parisi