B’Tselem: “Proiettili non-letali” uccidono 4 Palestinesi da gennaio

350301CBetlemme-Ma’an. L’uso di pallottole calibro 22 – usate dalle autorità israeliane come munizioni non letali per trattare dei “disordini” – ha già provocato la morte di quattro palestinesi dall’inizio del 2015, secondo quanto affermato mercoledì dal gruppo israeliano per i diritti umani, B’Tselem.
I proiettili sono sparati con frequenza da cecchini contro i Palestinesi, in tutta la Cisgiordania, durante le manifestazioni, e recentemente l’uso delle munizione calibro 22 è stato approvato contro coloro che lanciano pietre nella Gerusalemme est occupata.
B’Tselem ha rilasciato una dichiarazione a seguito dell’indagine sulla morte del tredicenne Abed al-Rahman Shadi Obeudallah, assassinato il 5 di ottobre colpito da una pallottola calibro 22.
Il ragazzino è stato raggiunto al torace durante scontri con soldati israeliani.
Il gruppo per i diritti umani condanna l’attacco letale come segno di una costante riduzione delle restrizioni all’uso di munizioni letali in “circostanze di non-rischio”.
Il gruppo per i diritti umani ha da tempo avvisato che “la realtà sul campo contraddice le dichiarazioni degli ufficiali militari secondo cui l’uso di quest’arma è regolato e ristretto”.
I proiettili sono incontestabilmente letali, ha affermato B’Tselem, nonostante il fatto che “le autorità israeliane presentino falsamente” l’uso di munizioni calibro 22 come uno “strumento ragionevole da essere impiegato per affrontare i manifestanti”.
A settembre, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha “dichiarato guerra” a coloro che lanciano pietre e ha espanso l’uso delle munizioni letali.
“Il gabinetto di sicurezza ha deciso di autorizzare la polizia ad usare le munizioni letali contro le persone che lanciano pietre e bombe molotov quando la vita di terzi sia in pericolo e non più solamente quando un poliziotto sia in pericolo”, ha affermato l’ufficio del primo ministro.
Le critiche sulla decisione mettono il dubbio il fatto che la legge sarà applicata in modo uguale per i palestinese e gli ebrei israeliani.
Il segretario generale dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, Saeb Erekat, ha subito descritto le misure come “un mero pretesto per giustificare l’aumento dei crimini israeliani contro il popolo palestinese”: “Il governo israeliano continua a incitare contro le vite dei palestinesi, con una cultura di odio che disumanizza un’intera nazione”.
Traduzione di F.H.L.