B’Tselem riporta gli attacchi “price tag” contro i Palestinesi

IMEMC. B’Tselem, un gruppo per i diritti umani con sede in Israele, e il gruppo palestinese per i diritti umani Al-Haq, hanno ricevuto il Premio per i Diritti Umani 2018 della Repubblica francese.

Fondata nel 1989, B’Tselem si è “dedicata principalmente a documentare le violazioni israeliane dei diritti umani a carico dei Palestinesi in Cisgiordania (inclusa Gerusalemme Est) e nella Striscia di Gaza”.

L’obiettivo dichiarato dell’organizzazione è “porre fine all’occupazione israeliana”, “realizzare un futuro che garantisca  diritti umani,  democrazia,  libertà e uguaglianza a tutte le persone, sia Palestinesi che Israeliani”.

Gli attacchi “price tag” contro i Palestinesi sono stati a lungo utilizzati come strumento dai coloni  illegali per intimidire la popolazione palestinese, considerati come il prezzo che essi, i Palestinesi, devono pagare per esistere.

Il blog fotografico Wide Eyes Open di B’Tselem ha registrato gli eventi nelle città e nei villaggi palestinesi nei mesi di novembre e dicembre 2018, mostrando numerosi pneumatici di veicoli tagliati, oltre a pareti e veicoli verniciati a spruzzo.

Il gruppo per i diritti umani rivela che le case, le proprietà e le comunità palestinesi sono vulnerabili a tali attacchi a causa della politica israeliana nei confronti dei Palestinesi in Cisgiordania. Le ramificazioni di questa “politica”, sostiene il gruppo, sono “l’effetto cumulativo di instillare il terrore tra i Palestinesi che vivono sotto occupazione”.

Quanto segue è un’elaborazione dell’articolo B’Tselem.

Villaggio di al-Burj.

Il villaggio di al-Burj si trova a sud-ovest della città di Hebron, nel sud della Cisgiordania, adiacente al muro di annessione. Il vicino insediamento israeliano di Ramot, anch’esso costruito su terreni palestinesi, è considerato illegale ai sensi del diritto internazionale.

Nella mattinata del 23 novembre 2018, i cittadini del villaggio hanno trovato 14 auto con pneumatici tagliati e graffiti spruzzati su 2 auto.

Villaggi di ‘Asirah al-Qibliyah e Huwarah.

Inoltre, il 23 novembre 2018, altri due villaggi palestinesi sono stati vandalizzati a sud di Nablus, nella Cisgiordania settentrionale. “Gli abitanti del villaggio di Asirah al-Qibliyah hanno contato 17 veicoli con pneumatici tagliati, mentre il villaggio di Huwarah ne ha contato 11. I cittadini hanno anche notato graffiti spruzzati su veicoli, recinti di case e persino il recinto di una scuola. L’insediamento israeliano di Yitzhar si trova tra i due villaggi palestinesi. 

Villaggio di al-Mughayir.

Il 25 novembre 2018 il villaggio di al-Mughayir, a nord-est della città di Ramallah nella Cisgiordania centrale, è stato attaccato dai coloni israeliani. 4 Palestinesi, prima dell’alba, hanno trovato le loro auto e le loro case vandalizzate. L’avamposto israeliano di Adei Ad, secondo Wikipedia, è stato costruito su terreni palestinesi a nord del villaggio, oltre agli insediamenti israeliani di Shvut Rachel, Shilo, Giv’at Har’el, tra gli altri.

Il ricercatore B’Tselem in loco, Ilad Hadad, ha parlato con il proprietario del veicolo sopra, il 25 novembre 2018. La seguente è la testimonianza di Mujahed Na’asan:

“Il mio vicino mi ha svegliato prima dell’alba e mi ha detto di uscire e vedere cosa avevano fatto i coloni. Dopo ciò, abbiamo avuto difficoltà a tornare a dormire. Avevamo paura che i coloni fossero ancora rimasti nel villaggio per danneggiarci. A luglio, hanno vandalizzato la nostra macchina insieme ad altre altre dieci e hanno spruzzato graffiti nello stesso quartiere.  Abbiamo presentato una denuncia al DCO e sono arrivati agenti di polizia israeliani. Ma non ne è venuto fuori nulla. Ci hanno attaccato di nuovo perché non temono che qualcuno possa fare loro qualcosa. Quanto durerà?”

Villaggio di Beitin.

A nord-est di Ramallah, nella Cisgiordania centrale, si trova il villaggio di Beitin, dove l’11 dicembre 2018 i cittadini hanno scoperto che “i coloni avevano spruzzato graffiti sulle auto e tagliato le gomme di 24 auto e due camion. 17 delle macchine avevano tutte e quattro le gomme tagliate. I graffiti riportavano in ebraico:

‘Non dormiamo quando si bestemmia il nome di Dio’. ‘Non dormirò finché il sangue non sarà versato’.

Gli insediamenti di Givat Assaf e Ofra sono stati costruiti vicino al villaggio.

Villaggio di Yassuf.

Altri atti di vandalismo si sono verificati nel villaggio di Yasuf, a nord della città di Salfit, nella Cisgiordania centrale, il 18 dicembre 2018. Molti pneumatici di veicoli sono stati tagliati lungo la strada principale, mentre molte recinzioni e auto sono state verniciate a spruzzo con slogan in ebraico e la moschea locale è stata imbrattata con la stella di Davide. Le scritte, tradotte, riportano:

“Gli ebrei si sveglino”. “Il popolo di Israele è vivo”. “Il popolo chiede la distruzione con il fuoco”.

Gli insediamenti costruiti vicino al villaggio di Yassuf si chiamano: Kfar Tapuah, Rehellim e Nofei Nehemia. 

Beit Hanina.

I Palestinesi che vivono ad al-Gharabli,  quartiere di Beit Hanina, a Gerusalemme Est occupata, il 20 dicembre 2018 hanno trovato le ruote di 27 auto tagliate e i seguenti slogan spruzzati in ebraico sui muri delle case:

“Morte agli assassini”. “Non dormiamo quando si bestemmia il nome di Dio”.

Gerusalemme est è essenzialmente circondata da insediamenti israeliani illegali, tra cui Pisgat Ne’ev, Ramot, French Hill e Neve Yaakov.

Villaggio di Khirbet Susiya.

Khirbet Susiya è un villaggio palestinese situato a sud della Cisgiordania, a sud di Hebron, con l’insediamento israeliano “Susiya” situato a 500 metri di distanza. Il contadino residente Barakat Mor, il 23 dicembre 2018, ha scoperto che 110 dei suoi ulivi sono stati sradicati, presumibilmente da coloni israeliani.

Traduzione per InfoPal di Laura Pennisi