Il campo di Balata monta una tenda in solidarietà con i prigionieri in sciopero della fame

-376625404Nablus-PIC. Alle soglie del campo di Balata, a est della città di Nablus, fin dal primo giorno dello sciopero della fame intrapreso dai prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri dell’occupazione sionista, è stata montata una grande tenda per esprimere solidarietà a questa lotta per la libertà e la dignità.

Delegati di diversa provenienza vengono a esprimere la propria solidarietà e a partecipare alla lotta “della pancia vuota”, iniziata lo scorso 17 aprile.

Il quadro dei prigionieri

Nella tenda, l’immagine dei 220 prigionieri del campo campeggia in un grande quadro. Qualche tempo fa, c’erano circa 450 prigionieri, due terzi dei detenuti palestinesi originari del Dipartimento di Nablus.

Amjed al-Misri è uno dei supervisori della tenda della solidarietà, fratello del prigioniero Majed al-Misri, condannato all’ergastolo. Osserva come la tenda sia sempre piena delle persone che vengono a esprimere la loro solidarietà alla causa dei prigionieri palestinesi, piena dal primo mattino alla tarda serata. I militanti si alternano per accogliere le delegazioni e i rappresentanti dei media.

Al-Misri ricorda al corrispondente di PIC che suo fratello si trova in isolamento nella prigione di Nafha dopo aver iniziato lo sciopero della fame.

Le famiglie dei prigionieri

Anche il prigioniero Khaled Khadish è condannato all’ergastolo. Sua madre è sempre presente nella tenda della solidarietà, ogni giorno, sfidando l’età avanzata. Soffre da più di trent’anni. In tutti questi lunghi anni, ha vissuto la detenzione della maggior parte dei suoi figli e anche dei suoi nipoti. È orgogliosa di essere stata costretta a visitare tutte le prigioni dell’occupazione sionista.

Al centro della tenda è innalzata una grande immagine del prigioniero Abdu al-Nasser, rinchiuso nelle carceri sioniste da oltre vent’anni, decano dei detenuti del Dipartimento di Nablus. Ha perduto i genitori, senza averli rivisti. I suoi fratelli e i loro figli partecipano al sit-in nella tenda.

Suo fratello Omar ha passato in carcere diversi mesi. Ha detto a PIC che il morale dei prigionieri si rafforza vedendo reagire le strade palestinesi e mostrare solidarietà alla loro causa.

Per quanto riguarda la famiglia Awis, uno dei suoi membri è sempre presente nella tenda. Il figlio Nasser è stato internato nelle carceri sioniste più di quindici anni fa, e altri giovani di questa famiglia hanno conosciuto la prigionia.

Il prigioniero Nasser è un militante della causa dei prigionieri. È amico del capo Marwan al-Barghuti, prima e dopo l’arresto. Ha passato la maggior parte della prigionia in isolamento a Hadarim. Recentemente è stato trasferito nel carcere di Nafha. Dal primo giorno di sciopero della fame, i sionisti l’hanno messo in isolamento. Sono pochissime le informazioni su di lui, dice suo fratello Jaber Awis.

Una grandiosa scena di unione

Maher Harb, membro del Comitato dei prigionieri per il coordinamento delle fazioni palestinesi, dice al nostro corrispondente che la tenda abbraccia le famiglie di tutti i prigionieri, senza distinzioni. Questo è il motivo che spinge tante persone di tutte le tendenze a visitare la tenda.

Notiamo infine che Issa Qaraqi’, presidente del Comitato degli affari dei prigionieri, ha visitato la tenda, così come hanno fatto diversi deputati del Consiglio legislativo palestinese. Sono venute anche persone provenienti dai campi a nord della Cisgiordania ed ex prigionieri.

Traduzione di Federica Pistono