Capo dell’intelligence USA: improbabile attacco israeliano contro Iran

PressTV. Il direttore dell’intelligence nazionale degli Stati Uniti James R. Clapper afferma che Washington non trarrebbe alcun vantaggio da un attacco all’Iran, e che non ritiene Israele pronto a colpire gli stabilimenti nucleari iraniani.

Clapper ha infatti riferito giovedì alla Commissione del Senato per gli Affari militari che “un bombardamento israeliano potrebbe soltanto servire a ritardare di uno o due anni il programma di sviluppo nucleare iraniano”, precisando che le opzioni militari possibili sono molto più limitate di quanto suggerito dai leader israeliani.

Ha poi aggiunto – secondo quanto riportato dal Los Angeles Times – che le agenzie dell’intelligence non saprebbero calcolare con precisione quanto danno o ritardo possa causare un attacco israeliano: “Ci sono molti elementi incerti (…) tra cui quali obiettivi scegliere, come utilizzare il materiale militare impiegato e con quanta velocità si riprenderebbe l’Iran” sono state le parole di Clapper.

Questi ha quindi puntualizzato che chi lavora all’intelligence Usa ritiene che i leader di Teheran non abbiano deciso di costruire armi atomiche, ma che stiano sviluppando una tecnologia con la quale sarebbero in grado di farlo.

Secondo il quotidiano statunitense, infatti, gran parte degli esperti sostiene che gli scienziati iraniani posseggano attualmente un know-how sufficiente perché nessuna campagna aerea o bombardamento sostenuto delle forze Usa possa distruggere la capacità dell’Iran di produrre armi nucleari in futuro, qualora ciò rientrasse nelle sue intenzioni.

Anche l’ex direttore della Cia, Michael V. Hayden, aveva affermato il mese scorso, di fronte a un gruppo di esperti di politica estera, che Israele non ha la capacità d’infliggere danni significativi ai siti nucleari iraniani: “Alcuni sono situati al di fuori della portata dei bombardieri israeliani, ed altri si trovano sotto terra”, ha chiarito.

“Gli israeliani non stanno per [attaccare l’Iran] (…), non possono farlo, è al di là delle loro possibilità (…) Sarebbero solo in grado di peggiorare la situazione”, ha aggiunto Hayden.

Queste dichiarazioni scaturiscono da quanto annunciato qualche giorno fa dal ministero della Difesa israeliano Ehud Barak, secondo cui, se le sanzioni occidentali non bastassero a fermare lo sviluppo nucleare, allora occorrerebbe pianificare un’azione bellica.

Gli Stati Uniti, Israele e i loro alleati in Europa accusano Teheran di perseguire obiettivi militari tramite il suo programma nucleare, ma l’Iran respinge le loro affermazioni ricordando che, in quanto firmatario del Trattato di non-proliferazione nucleare, è tenuto ad applicare la sua potenza atomica per scopi pacifici.