Carcere di Nafha: sciopero della fame e isolamento, una realtà palestinese

unnamedImemc. Ai detenuti palestinesi del carcere di Nafha non è stato permesso di partecipare alla preghiera di venerdì 15 aprile, dopo il violento attacco delle guardie carcerarie e delle forze speciali israeliane a diverse sezioni del carcere, mercoledì 13 aprile.

Secondo fonti palestinesi, le unità armate israeliane mercoledì hanno fatto irruzione con gas lacrimogeni e spray al peperoncino nella sezione 14 del carcere, un’area in cui sono tenuti prigionieri 80 Palestinesi affiliati a FPLP, Jihad islamico e Fatah.

Ahmed al-Khatib, rappresentante dei prigionieri nel carcere di Nafha, è stato messo in isolamento dopo essere stato attaccato; quattro prigionieri palestinesi sono stati trasferiti e messi in isolamento nel carcere di Ramon.

L’intera prigione è stata bloccata dall’amministrazione penitenziaria israeliana, secondo PNN.

Mercoledì mattina, le forze anche fatto irruzione nelle sezioni 13 e 11 del carcere.

La fondazione Al-Muhja ha riferito che i prigionieri della sezione 14 hanno cominciato a protestare, dopo oltre due mesi di severe condizioni di sicurezza, fra cui i ripetuti dinieghi per le visite dei familiari.

L’attacco alla sezione è durato sei ore, quando le forze hanno deliberatamente gettato le scorte di viveri, olio e coca cola, saccheggiato e distrutto i libri, inondato e sommerso le celle e i materassi con grandi quantitativi d’acqua.

Il comitato dell’Anp per detenuti ed ex-detenuti ha confermato l’attacco.

La sezione 14 è composta da 10 celle, di cui tre per i prigionieri del Fronte Popolare, due del Jihad islamico e cinque di Fatah.

Diversi prigionieri sono stati ospedalizzati per danni da spray al peperoncino e lesioni da percosse; almeno uno è stato gravemente ferito.

Il giovedì seguente, è stato annunciato che ai detenuti della sezione 14 sarebbe stato proibito adunarsi per la preghiera del venerdì nel cortile della prigione.

I prigionieri delle altre sezioni hanno risposto rinchiudendosi all’interno delle loro celle per solidarietà.

Secondo il  centro studi palestinese sui Prigionieri, la preghiera comunitaria del venerdì non è mai stata vietata a Nafha prima d’ora.

Dopo gli attacchi di questa settimana, è nato un movimento per uno sciopero della fame di un giorno da parte dei detenuti delle carceri di Ktziot, Ramon, Eshel, Ofer e Nafha il 17 aprile, Giornata dei Prigionieri Palestinesi, in segno di protesta e di solidarietà per l’attacco nella prigione di Nafha.

Intanto, venerdì, le autorità carcerarie israeliane hanno trasferito il detenuto amministrativo, Adeeb Mafarja, dal carcere di Negev a una cella di isolamento nella prigione di Ela, Beersheba, per spingerlo a porre fine allo sciopero della fame.

Mafarja, che  sta facendo lo sciopero della fame da circa 13 giorni, soffre per le pessime  condizioni carcerararie, secondo la moglie.

La moglie ha detto al centro studi palestinese sui Prigionieri che suo marito è privo di abiti, a parte quelli che indossava quando il suo avvocato gli ha fatto visita recentemente, e nella sua cella d’isolamento ha solo un materasso molto sottile e due coperte sporche e lacere.

Ha affermato che, nonostante il peggiorare delle sue condizioni di salute, il marito è determinato a continuare lo sciopero della fame fino a quando non otterrà  la libertà.

Traduzione di Edy Meroli