Carter: più arabi che ebrei, meglio uno stato unico binazionale.


L’ex presidente americano Jimmy Carter, in un articolo pubblicato ieri dal Washington Post, ha affermato che i leader israeliani hanno intenzione di continuare a colonizzare la Cisgiordania, e che Israele vuole un singolo stato bi-nazionale. Le attività coloniali tuttora in corso nei territori occupati punterebbero infatti a svuotare di significato la soluzione dei due stati.

Carter ha quindi sottolineato che i leader israeliani insistono nell’espandere gli insediamenti sia in Cisgiordania che a Gerusalemme Est, e che la maggior parte dei quadri palestinesi da lui incontrati avrebbero dichiarato di “considerare seriamente” l’idea di un unico stato, che si estenda dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo.

L’ex presidente è recentemente tornato da una visita in Medio Oriente, nella quale è stato accompagnato da una delegazione di leader mondiali: tra gli altri, l’arcivescovo Desmond Tutu e l’ex presidente brasiliano Fernando Cardozo.

“Rinunciando al sogno di una Palestina indipendente, – ha dichiarato – [i palestinesi] diventerebbero concittadini dei loro vicini ebrei, e chiederebbero quindi di godere di pari diritti, come all’interno di una democrazia. In questa lotta non violenta per i diritti civili, i loro esempi sarebbero rappresentati dal Mahatma Gandhi, da Martin Luther King Jr. e da Nelson Mandela”.

In riferimento alle ripetute affermazioni israeliane riguardanti il mantenimento della maggioranza ebraica in Israele, Carter ha affermato che i non ebrei già comprendono una lieve maggioranza e gli arabi diventeranno comunque una maggioranza entro pochi anni.

Carter ha condannato le attività d’insediamento coloniale – le quali, ha ricordato, stanno occupando terre, villaggi, colline, fattorie e oliveti palestinesi – e criticato l’ininterrotto assedio israeliano sulla Striscia di Gaza, che si è tramutata in un “ghetto circondato da mura che racchiudono 1,6 milioni palestinesi”.

Il politico ha infatti evidenziato che Israele impedisce l’entrata nella regione di cemento, materiale agricolo, fertilizzanti ed altri prodotti essenziali, e che la popolazione di Gaza non è in grado di riparare le scuole, gli ospedali, gli edifici commerciali e le altre infrastrutture distrutte o seriamente danneggiate dall’ultima guerra israeliana a Gaza.

Secondo Carter, quindi, la soluzione dei due stati sarebbe stata “nettamente preferibile”, anche perché sostenuta dalla popolazione, ma l’alternativa del singolo stato si rivelerebbe ora maggiormente realizzabile “di fronte all’attuale débacle”.

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