Centinaia di persone hanno partecipato ai funerali del piccolo Yahya, ucciso durante gli scontri inter-palestinesi.

A centinaia hanno partecipato oggi ai funerali del piccolo Yahya Abu Bakra (2 anni), ucciso ieri nella Striscia di Gaza, durante gli scontri tra militanti di Fatah e Hamas.
Il bimbo era stato colpito da una raffica di proiettili mentre stava giocando con i fratelli vicino a casa.

Sorge spontanea una domanda: la dirigenza palestinese è ben cosciente che la guerra civile in Palestina è uno degli obiettivi inseguiti dalle amministrazioni statunitense e israeliana – nella vecchia, consolidata e sempre uguale pratica utilizzata in America Latina, in Iraq, in Afghanistan, in Libano e in tanti altri paesi dove i loro interessi sono dominanti -, allora, perché continua a cadere nel tranello?

Perché non impedisce che i gruppi di militanti di Hamas e della parte sana di Fatah rispondano alle provocazioni?

L’unica vincitrice, in questo penoso conflitto intestino, è soltanto la politica statunitense-israeliana.

Questo è chiaro ormai a tutti. Non è forse ora di cambiare tattica di risposta?

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