‘Che il mondo veda la vera, brutta, faccia di di Israele’.

PIC – Gerusalemme

Che il mondo veda la vera, brutta, faccia di di Israele

Di Khalid Amayreh

Indubbiamente, il nuovo governo israeliano capeggiato da Benyamin Netanyahu fedelmente rappresenta una mentalità o visione collettiva della società ebraica sionista di Israele. Va detto che alcuni israeliani si oppongono al razzismo e al fascismo, ma purtroppo il loro numero è davvero esiguo e la loro influenza quasi del tutto trascurabile.

Basta un sguardo veloce alla composizione del nuovo gabinetto israeliano per constatare la presenza di criminali di guerra, bugiardi patologici, picchiatori razzisti (del genere sia hitleriano sia staliniano), e maniaci religiosi odiosi che a tutte le ore del giorno e della notte non fanno che aspirare ed esalare i fumi dell’odio.

Per chi non lo conosce, sappiate che Benyamin Netanyahu èun bugiardo patologico di primissimo ordine. Il suo modus operandi si basa sulla disonestà, la medacità, la prevaricazione, l’inganno.

Nonostante gli addetti alle pubbliche relazioni al suo servizio parlano a vanvera di «pace con i nostri vicini», egli si oppone decisamente alla pace, alla creazione di uno Stato palestinese nella Cisgiordania e all’uguaglianza dei diritti di ebrei e di non ebrei. 
Infatti, sostiene con grande entusiasmo la causa della giudaizzazione di Gerusalemme est attraverso l’inibizione della crescita della presenza demografica degli arabi, la demolizione delle case degli arabi e la negazione ai cittadini di Gerusalemme dei loro diritti naturali di costruire casa per fare fronte alla crescita naturale.

Questa politica apertamente razzista viene definita «costrizione degli orizzonati arabi», e la méta finale consiste nell'obbligare gli abitanti arabi di Gerusalemme, o il maggiore numero possibile di essi, a lasciare la città e a emigrare definitivamente.

Il razzismo nocivo di Netanyahu non si rivolge esclusivamente contro i palestinesi dei “territori occupati” e dello “Shtachem”, un termine usato di frequente in ebraico per la Cisgiordania e Striscia di Gaza.

È stato citato in numerose occasioni, mentre esigeva l’adozione di «misure» tese a prevenire il raggiungimento della quota del 30 per cento della popolazione da parte dei cittadini israeliani palestinesi.

Inoltre, Netanyahu, che di frequente evoca concetti legati all’etica civile, alla democrazia, alla cultura occidentale, soprattutto quando parla a un pubblico di sprovveduti occidentali, crede infatti che Israele dovrebbe inziare una campagna massiccia di pulizia etnica contro i palestinesi non appena, o nell’eventualità, la comunità internazionale, e in particolare gli Stati Uniti, dovesse tollerare uno scenario del genere.

Nel 1989, Netanyahu disse agli studenti dell’università Bar-Ilan che «Israele avrebbe dovuto sfruttare la repressione delle manifestazioni in Cina, quando l’attenzione del mondo si era focalizzata su quel paese, per procedere alle espulsioni di massa degli arabi dai territori».

È bene che sappia chi considera con leggerezza la parola “trasferire” che il termine non è che un eufemismo per il genocidio.

Dato il carattere del primo ministro, non è difficile comprendere la natura dei suoi luogotenenti e ministri, da Avigdor Lieberman ai guru del Gush Emunim (il movento dei coloni) che senza alcuna reticenza esigono che i non ebrei della Palestina vengano sterminati, o deportati, o ridotti in schiavitù a fare i portatori dell’acqua e i tagliatori di legna al servizio della razza padrona! 

Poi abbiamo l’inguaribile ottimismo del criminale di guerra, Ehud Barak, che insiste nell'affermare, con una dose non indifferente di arroganza, che il suo esercito è il più morale del mondo: lo stesso esercito che ha assassinato centinaia di bambini di Gaza il fosforo bianco appena un paio di mesi fa.

Netanyahu non è stupido. Sa bene che le sue convinzioni ideologiche sono troppo sgradevoli, troppo fascisteggianti, per essere sdoganate dalla comunità internazione, compresi gli Stati Uniti, l’alleato e guardiano di Israele. 
Ecco perché ingannerà il mondo che parole ambigue per nascondere, per quanto gli sia possibile, la vera natura fascista del suo governo.
Farà molto ricorso alle “tattiche diversive”, quali il “terrorismo”, l’”Iran”, l’”antisemitismo”, “Hamas”,  pur di far sì che gli occhi non vedano la piattaforma  fascisteggiante e criminale del suo governo.

Griderà “Auschwitz, Treblinka, Mauthauzen, Bergen Belsen” ogni qualvolta verranno portati alla luce i crimini degli israeliani.
 

Ogni qualvolta qualcuno esigerà che Israele che ponga fine all’ocupazione nazistoide della patria palestinese e che riconosca il diritto dei palestinesi all’independenza e all’autodeterminazione, egli dirà che Israele non sarà portato sull’orlo di un altro Auschwitz.

A dirla tutta, stiamo parlando di un uomo che scambia il raccontare falsità per lo stesso respirare, un politico disonesto che crede che l’hasbara e le pubbliche relazioni, se dirette bene, possano rimpiazzare un processo di pace onesto basato sui diritti umani e sul diritto internazionale.

Ecco perché le capitali del mondo non devono farsi ingannare. Non devono venire tratte in inganno e imbrogliate da tale notissimo arcibugiardo.

Va da sé che, con quanto detto, non voglio insinuare che, rispetto all’attuale governo, i governi israeliani precedenti fossero stati meno iniqui o scellerati.  Il governo precedente del trio malefico, Olmert-Livni-Barak aveva tutti i contrassegni di un Terzo Reich Sionista.

Come altrimenti possiamo descrivere un governo che ha ordinato al proprio esercito di sterminare e di ridurre in cenere migliaia di civili con l’uso del fosforo bianco, e, poi, con sfacciataggine sbalorditiva, affermare che ciò non rientrava tra i loro piani?

E tutavia, molto stati nel mondo, e tra questi quelli degli europei ingenui, consideravano questo un «governo di pace», «liberal» e addirittura  di «sinistra», e con ciò hanno dato un nuovo significato al termine «fornicazione verbale». 

Per noi palestinesi, pur riconoscendo l’ansia legittima e comprensibile che sorge di fronte alla crescita del fascismo in Israele, è comunque meglio trovarsi di fronte ad un governo manifestamente fascista, dedito all’attuazione di politiche ispirate al fascismo che non essere di fronte a un governo falsamente «liberal» o di «sinistra» che tuttavia attua le stesse politiche.

Che il mondo veda Israele per quel che realmente è. 
In ultima analisi, un criminale onesto è pur sempre meglio di un santo bugiardo. Il primo è almeno prevedibile e coerente.

Traduzione per Infopal di Alexander Synge

Let the world see Israel’s true, ugly face

 

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